mercoledì 2 giugno 2010

02 Giugno 2010: apparenza


Festa della Repubblica. Costosa sfilata di soldatini. Il Presidente del mio stivale che spende belle parole a favor di telecamera. Apparenza.

Avrei una domanda da farle, anzi più d'una, di quelle che nessun giornalista le porrà mai: Cosa c'è da festeggiare?? Mi spieghi, Presidente, per quale motivo dovremmo impiegare questo giorno in musica e orgogliosa celebrazione di una scelta, anziché spenderlo in una composta e riservata riflessione di quanto è poi stata tradita. Mi spieghi la coerenza della sua presenza, di queste divise impettite quando al governo abbiamo delle forze secessioniste che hanno come obiettivo l'indipendenza di una parte del paese ribattezzata Padania.
Come dice Presidente? Il 2 giugno del 1946? Bisogna ricordare? Certo, il ricordo... il ricordo di un voto che ha scelto Repubblica, il ricordo di un sogno mai realizzato.
Non pensa Presidente che dovremmo smetterla di vendere un sogno e guardarci in faccia? Guardarci per quel che siamo? Siamo una Repubblica? Ne è sicuro Presidente?
Noi siamo il paese guidato dai poteri occulti: mafia, vaticano, servizi segreti deviati, massoneria, politicanti collusi e corrotti le dicono nulla?
Noi siamo il paese che ha fatto saltare in aria Falcone e Borsellino signor Presidente...

Noi, solo per restare alla cronaca, siamo questo:



Da chi siamo rappresentati signor Presidente? Da un monarca che si crede un Mussolin-Napoleone o da una persona ligia alle regole della democrazia e della Costituzione?
Cosa Presidente? Siamo un paese libero e sovrano? Davvero? Abbiamo fatto anche cose buone? Ne convengo...
Certo Presidente, bisogna anche salvaguardare il buon nome del paese... I panni sporchi vanno lavati in famiglia? Le prometto che questa intervista non la leggerà nessuno straniero Presidente. Ma detto tra noi non ne hanno bisogno: loro già sanno chi siamo.

Apparenze, sì Presidente, salviamo le apparenze... oramai siamo solo questo: apparenze.

1 commento:

  1. Gli italiani sono così, è inutile prendersela da buoni navigatori andiamo dove soffia il vento.Un Paese di opportunisti dove i pochi che hanno fatto qualcosa di buono sono considerati "maestri" proprio perchè pochi.Siamo i figli di quelli che accettavano il fascismo come noi oggi accettiamo il B. Ogni popolo ha i dirigenti che merita e noi abbiamo una manica di ipocriti che se ne fregano degli altri e guardano solo i propri interessi.Un giorno però l'Italiano si sveglierà e vorrà il suo momento di gloria.Quel giorno sembra avvicinarsi sempre più. Io aspetto.

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