domenica 10 ottobre 2010

Mostri e vittime

Di Sarah Scazzi. Ne parlano tutti in questi giorni: potere mediatico che convoglia la fragile mente del tele utente; argomento di cui bisognerebbe sapere e su cui bisognerebbe riflettere il tempo di cinque minuti in tutto e non oltre, perché di mostri in Italia ce ne sono ben altri. Invece no: Sarah Scazzi ancora, a tutte le ore, per sapere la genesi e i pensieri di un unico mostro. Strumentalizzazione di una notizia che diventa un mantra ipnotico che coinvolge e scandalizza. Analisi di un mostro per nasconderne cento, mille altri... e alla fine Sarah è il personaggio di una telenovela che ci troviamo a seguire nostro malgrado: era anche un po' nostra figlia, nostra sorella, la nostra vicina. Ci identifichiamo e prendiamo emozionalmente le difese della vittima e non pensiamo mai a quella parte di follia del carnefice che è in noi. Ce la nascondiamo salvo poi farla uscire quando desideriamo la morte per l'assassino...

Ma poi un matto quanto lo si nasce e quanto la società contribuisce a formarlo? Quanto lo siamo anche noi e qual è il confine? Pensavo questo vedendo La pecora nera di Ascanio Celestini.
E sulla Chiesa? Per quel mostro tentacolare che è la Chiesa quante ore di processo in televisione? Quel prete che dopo aver violentato una quindicenne dice ancora messa e cento altri ancora sotto un complice silenzio... Nella scala della mostruosità è peggiore chi commette o chi copre uno stupro? Ma bisogna saper contestualizzare: non dire il nome di dio invano tranne che nelle barzellette; non desiderare la donna d'altri, ma per i bambini invece... e mi raccomando: alla Chiesa non piacciono in provetta.
Quanto siamo vittime e quanto carnefici? Vittime del tubo catodico che ci forma e ci deforma e di un giornale che si chiama il Giornale, quasi a beffeggiare ancora di più chi lo compra e lo segue come un vangelo. Il Giornale: organo di manganello mediatico al servizio di un mostro che controlla le menti e le tiene in ostaggio. Noi, a nostra volta, padri e madri di quel mostro che ci tiene sotto giogo: mostri che generano mostri. In fondo quella mafia, quella massoneria ce l'abbiamo dentro quando pensiamo che va bene "mangiare tutti un po' " e comunque "io bado al mio". Il mostro ce l'abbiamo dentro quando lo votiamo con lo sguardo assente ripieni di frasi fatte che rigurgitiamo a chi accende il cervello e ci chiede una spiegazione. Noi mostri e vittime: noi povere fragili menti che, oggi, in mente hanno Sarah Scazzi e che dopodomani dimenticheranno tutto.
Muoiono soldati in una guerra chiamata missione di pace e c'è chi distrattamente pensa all'onore dei soldati e della patria anziché all'idiozia, all'assurdità di tutto questo: onorevoli eroi o piuttosto coglioni, vittime di loro stessi e del loro piccolo paese di mostri che li ha convinti che questo significa servire un paese e fare soldi.

Ma noi pensiamo a Sarah Scazzi e a quell'unico mostro molto più di quei ragionevoli cinque minuti... e dal sesto in avanti passano, celate, vagonate di mostruosità...


sabato 2 ottobre 2010

No B Day 2: la sfiducia viola

In un'Italia dove la spaccatura tra politica e realtà è sempre più insanabile, dove i governanti fanno solo i loro interessi, dove un direttore di giornale inscena un finto attentato per sparare sul web e rispondere al clamore delle parole in diretta tv di Di Pietro alla camera, in un'Italia dove un Fini (qualcuno simpatizzava per lui?) rinnova la fiducia al più squallido figuro che il Paese abbia mai visto, in questa Italia in decadenza dicevo, si riuniscono persone vere a parlare di cose vere e stare in mezzo a loro riapre il cuore.

Il Popolo Viola sfiducia questo governo senza appelli, ma condanna anche l'opposizione. Del resto i viola, come le agende rosse e il movimento a cinque stelle esistono esclusivamente per la mancanza di democrazia e di un'opposizione che si è rivelata chiaramente complice e collusa con la cupola mafio-massonica al potere, altrimenti di loro non ci sarebbe stata mai traccia né bisogno.
Intendiamoci, l'onda viola non rappresenta tutta la penisola, comunque in preda al sonno imposto dai media, e se non ha inciso a fondo l'oceano di gente del primo raduno non ci si può attendere molto dal secondo. Forse tutto questo serve più a noi che c'eravamo, a chi non c'era ma avrebbe voluto esserci. Serve comunque a fare pressione in alcuni partiti (non pensate al PD). La speranza è che il tam-tam sia importante per informare e risvegliare la società e che possa incidere sulle future elezioni.
All'arrivo in Piazza della Repubblica era già evidente la differenza con il primo No B Day: non c'era la sterminata folla del 5 dicembre. Eravamo pochi... Per rendere l'idea, se nell'ultima manifestazione di Berlusconi lui ha dichiarato che la sua clack arruolata fosse di un milione di persone, allora noi in Piazza San Giovanni eravamo, al dunque, all'incirca due milioni. Comunque un risultato migliore anche degli ultimi raduni dell'opposizione.
Prima dell'avvio del corteo tra le persone e nelle interviste televisive si discuteva della carenza di partecipazione e conseguentemente, individuata come una delle cause principali, della spaccatura all'interno del popolo viola su cui vale la pena spendere due parole:
Questa data era stata indetta dalla pagina nazionale viola che non si è consultata con i vari gruppi locali. Il mal contento dei vari gruppi montava comunque già da tempo e riguardava la mancanza di democrazia di chi gestiva questa pagina, autoproclamatasi e con a capo tale Sanprecario, personaggio senza identità. Con il tempo, come ho avuto modo di appurare in febbraio parlando con uno dei gestori di un gruppo locale e poi seguendo l'evoluzione delle polemiche che hanno divampato in seguito, si è cominciato ad accusare di strumentalizzazione la pagina nazionale viola, rea di censurare chiunque facesse scomode domande in merito. Ha cominciato a circolare la voce che dietro le loro azioni ci fosse la regìa di un partito o più partiti che volessero strumentalizzare i viola (Idv - PD gli indiziati). Lo stesso Paolo Flores D'Arcais (micromega) ha preso le distanze dalla pagina nazionale convocando i gruppi viola per il 16 ottobre. Quel che è certo è che un raduno nazionale non c'è mai stato, mentre circa 56 gruppi viola si sono riuniti e si sono dati una carta etica ed un'autoregolamentazione democratica.

Detto questo, eravamo comunque tanti e, una volta compiuti in maniera snella il percorso e l'ingresso in Piazza San Giovanni al grido di "fuori la mafia dallo stato!" e "Berlusconi porzione di escremento" (ma non sono sicuro si dicesse proprio così...), sono iniziati gli interventi: emozionante quello della sorella di Stefano Cucchi, bello il discorso del professor Rodotà, quello della direttrice del Manifesto e l'intervento dei Partigiani dell'ANPI. Non me ne vogliano gli altri, ma il discorso principale, l'anima della manifestazione è stato Salvatore Borsellino con un grande discorso che su RaiNews24 (mi hanno poi riferito) è stato purtoppo tagliato sul nascere.



Finirà l'intervento con il solito veemente grido a cui ci ha abituati: RESISTENZA!!
"Quando parla lui parlano due persone, sono i due fratelli..." ha commentato il conduttore della serata. La conduttrice invece, all'arrivo del nostro cartello davanti al palco con Paolo e Giovanni, non ha potuto fare a meno di salutarli e portarli all'attenzione di un applaudente pubblico che aveva già fatto incetta di fotografie dei loro mezzi busti sorridenti durante il percorso.
E' Salvatore, sono Falcone e Paolo Borsellino che marciano con noi tra la gente, il cuore che batte nel petto viola.
E noi resistiamo... e camminiamo su quella strada che è stata tracciata con il sacrificio di due uomini che possiamo chiamare, noi sì con cognizione di causa, eroi...