martedì 19 gennaio 2010

Il senso

Ci sono attimi sufficienti a se stessi, in cui tutto acquista un lucido perché. Ci sono momenti per cui un incoerente cammino, e persino la propria stessa vita assume un significato. E' l'amore toccato con mano, distinto dalle imitazioni di tante vuote parole...



IL SENSO


Il volto sul mio petto, libera prigione…

il mio abbraccio stringe stretto

pienezza di seno sul corpo

che fonde a sentire il tremore

di un candido bambino… il cuore.

E’ tutto qui, non serve altro…

Lontano da false emozioni,

da frastuoni di parvenze di un amore

a cui chiediamo un soldo, mendicanti

per un eco sterminato di parole…

E’ tutto qui, ed un piccolo bimbo,

Il blu mare, la scura terra,

nostro padre, nostra madre…

lontano dall’assurdo di una guerra…

L’anima in frammenti si è riunita.

E’ tutto qui, non serve altro…

sabato 9 gennaio 2010

Mondo Facebook: d'importanza sociale.

PROLOGO:

In una "piazzetta" di facebook, dialogo qualunque in un giorno qualunque:


Ale dice: "chiedo scusa se sono noiosa..
Io vorrei parlare di cose carine, di gossip, cose belle insomma .... ed evitare di parlare di questa brutta e antipatica attualità, politica, ambiente, legalità.... moralità...
uffa! questo imperativo morale che mi spinge a farlo è proprio monello e cattivo... eppure anch'io sono cresciuta con mediaset... com'è possibile??... "
Anto risponde: "Ho letto un libro :LA BOLLA, di Curzio Maltese. Spiega come l'Italia sia divisa in due, mezza Italia è piu' felice, perche' vive dentro la bolla, si sente leggero, protetto come un bambino, in un mondo dove sono scomparse le faccende complesse e noiose. Osserva quelli dal basso e ride. Chi guarda la bolla dal di fuori si preoccupa, si incazza, sa che nn è fascismo, ma svuotamento della democrazia diffusa nei palazzi delle istituzioni come nelle teste dei cittadini.
Noioso/a è chi ti osserva dall'alto di quella bolla, incapace di capire quello che succede alla nostra Italia, incapaci di capire che tutto quello per cui hanno lottato i nostri avi sta andando perso, nn sara' semplice uscirne."
Io: "bisogna che lo leggo questo libro..."
ecc...
Alcuni dei concetti di cui parlerò sono validi per l'intera blogsfera, ma Facebook costituisce in sé, per l'impatto e il contributo sociale anche indiretto che ha determinato, un fenomeno di cui vale la pena parlare singolarmente.
Quanti hanno colto l'effetto che questo social network ha avuto nelle nostre vite? Forse pochi.
E quali motivi ci hanno spinto, o spingono molti, ad iscriversi?
Ricercare compagni di scuola, amici persi nei meandri del tempo, mantenere contatti con persone lontane o che si erano già iscritte e ti hanno invitato a farlo: questo ha introdotto i più a questo "mondo".
Ma poi cosa ci ha offerto? Test in tutte le salse, dai più seri (pochi) ai più folli e goliardici, giochi-applicazioni di vario tipo... a volte fino alla nausea e sollecitate dai propri "amici", dove "amico" acquista qui un significato più ampio e generico di quello utilizzato nel quotidiano: spesso è una persona che è entrata nella tua orbita per affinità, ma che non hai mai guardato negli occhi.
Guerra di bande, Farmville, baci, abbracci come se piovesse... chi è in facebook sa di cosa sto parlando e sa anche che a volte il "cazzeggio" può andare a noia:



Dopo un po' che ci si intrattiene in queste attività ludiche, ci si può anche chiedere perché ci si è iscritti, tanto più che la privacy non è il forte di questo network e in fondo se non ci si era frequentati con alcuni in passato ci sarà anche stato un buon motivo!
Ma facebook è altro: ha avuto il grande merito di catalizzare la gente comune, anche quella che con il pc aveva poca dimestichezza, facendo sì che "mondo facebook" diventasse l'estenzione del mondo reale. Spesso il tuo amico era l'amico di un amico, anche perché questo contenitore virtuale si comporta come un vero e proprio animatore che tende all'espanzione e alla condivisione delle amicizie e dei dialoghi. In breve tempo la rete delle tue amicizie si ritrova inaspettatamente ricca, e tu ti ritrovi invece ad invitare altre amicizie del "mondo reale": "ma come, non sei su facebook? Dai che c'è anche Gino, Pino, Lino... te lo ricordi Lino? Su che condividiamo con loro pensieri, video, articoli" e anche il cazzeggio, perché no? Così la piattaforma diventa di volta in volta "via" per un saluto, "piazzetta" per uno scambio d'idee, "piazza" per un dibattito contenente una folla animata da un unico ideale (gruppi), ma sempre costituita da una vastità eterogenea di individui. Al giorno d'oggi, chi ne è fuori si sente tagliato da un mondo che comincia a riversare i suoi effetti nelle strade asfaltate "ma come, non sei su f-e-i-s-b-u-k? non hai saputo di quel gruppo, di quell'iniziativa?" "ehm... no, sigh!".
La connessione di amicizie innesca il potenziale di qualcosa di socialmente più complesso di riflesso agli obiettivi primari che facebook si era prefisso: la conoscenza di persone per affinità di pensiero, lo scambio di informazioni e la contaminazione delle idee che circolano in un moto orizzontale sfuggendo alla "logica verticale" di chi detiene il potere mediatico.
Persone che individualmente evidenziavano un disagio, elaboravano concetti non graditi ai governanti, hanno scoperto di non essere sole ed hanno cominciato a dialogare tra loro organizzandosi, contandosi, promuovendo.

Il brano di una canzone di Silvestri dice:
"L'unico miracolo politico riuscito in questo secolo è che gli schiavi si parlassero, si assomigliassero, perché così faceva comodo per il mercato unico e libero: però così succede che gli schiavi si conoscono, si riconoscono. magari poi riconoscendosi succede che gli schiavi si organizzano e se si contano... allora vincono"
Il miracolo politico involontario di cui parla Daniele Silvestri vale anche per quanto è riuscito a questo social network, che ha visto nascere gruppi di libera informazione là dove in Italia questa cominciava largamente a latitare. Così ecco comparire Informare per Resistere o Informazione Libera... solo due esempi di diffusione d'informazione proveniente prevalentemente da un mondo blogger altrimenti troppo chiuso in se stesso e che invece adesso, grazie a facebook, può raggiungere porzioni di popolazione che non sarebbero mai entrate in contatto con determinati pensieri. Non a caso nasce, cresce, si sviluppa su questa piattaforma il popolo viola.
Non mi dilungherò sul fastidio che questo mondo virtuale (e la sua informazione) sta dando ai politici governanti e non, adottanti da sempre il divide et impera nell'ignoranza generale dei fatti. In genere questi rappresentanti del popolo sono abituati a dare in pasto alla massa bolle di sapone e nel web le bolle scoppiano meglio che altrove. Basti pensare che la rete è mediaticamente demonizzata e la si vuole mettere in briglia quanto prima e con ogni mezzo, questo anche "grazie" all'effetto facebook. Prima di esso il web e il suo potenziale tendeva a rimanere di nicchia, molto raramente era riuscito il passaggio dal monitor alla piazza e se questo era avvenuto era dovuto all'iniziativa di personaggi noti e carismatici.
Quegli "stati", sorta di sms in cui si comunica in facebook: dal proprio umore alle proprie considerazioni, dalle battute alla telecronaca della propria vita minuto per minuto... Quei video: estrapolati in maggioranza da youtube e pubblicati sul proprio profilo... Quegli articoli: pubblicati da giornali o blog... Alcune immagini: proprie o di vignette... Tutte queste cose contengono in seno (insieme al "cazzeggio") un pericoloso virus contagioso e rivoluzionario: il pensiero... e capita prima o dopo di caderci e rimanerne infettati, peggio ancora di diffonderlo!

Se doveste abbandonare la tv, accendere un pc e frequentare facebook... fate attenzione!!



P.S.: il libro del prologo è "La bolla - la pericolosa fine del sogno berlusconiano- Curzio Maltese - Feltrinelli 2009".

P.S.2: Il libro l'ho poi comprato e letto: lo consiglio!

P.S.3: Non conosco nessun Gino, Pino... tantomeno Lino.

martedì 5 gennaio 2010

Storie di popoli e mondi che fanno paura!

Nel mio articolo di dicembre: "Lo spirito guida del popolo viola potrebbe riassumersi qui, in quei due magistrati"... Anche MicroMega deve aver colto questo pensiero e mette in copertina, tra tanti scatti, proprio quello in cui compare il cartello del "mio" gruppo.
Consiglio la lettura di questo numero: tante belle e importanti firme per un'analisi approfondita del fenomeno viola "...questo mondo deve crescere senza perdersi. E' forse l'ultima speranza che abbiamo" dice Marco Travaglio.
Il mondo del popolo viola è il frutto della conoscenza e della conseguente indignazione. Non si affida ad un partito, ma detta le regole: segui i miei princìpi, bene... in alternativa non ti voto!
E i princìpi sono la Costituzione certamente e tutto ciò che si oppone al berlusconismo con mezzi pacifici, perché la resistenza ad un regime mediatico non può certo essere armata!
I princìpi sono identificati con quelli di giustizia, legalità e libera informazione che ci hanno dimostrato con la loro vita Impastato, Falcone e Borsellino, non a caso icone viola... ma non solo viola.
Questo "mondo" è fatto anche dal popolo delle agende rosse, che degli stessi princìpi si nutre, e della rete: facebook-youtube oggi ci regalano una canzone...



Storie di popoli che interagiscono nei network e parlano da blogger, storie di partiti che ne prendono le distanze perché certi valori sono scomodi per i propri interessi, e poi smascherano illusioni, fanno saltare altarini.
Storie di un popolo grillino che entra a cinque stelle nei comuni... storie di popoli che crescono, si sostituiscono ai partiti e fanno politica da sé.
Storie di un potere che ha paura dell'informazione orizzontale dal basso che non sia di regime, e teme questi mondi:



Siamo noi la nostra unica speranza, e finché c'è lotta c'è speranza... Giovanni, Paolo, Peppino, fateci strada!


P.S.: E pensare che fino a ieri l'altro ho pensato di far paura solo davanti ad uno specchio!! ^__^

P.S.2: Ha aperto a Cinisi RADIO 100 PASSI (vedi qui) in cui c'è anche Giovanni Impastato, il fratello di Peppino... un altro bel segnale da questo mondo! Buon ascolto ;-)

domenica 3 gennaio 2010

Bilanci e propositi

Dopo una latitanza passata tra le colline panettoni e i monti pandoro, mischiato con la mia gente in un mercante in fiera e in giochi di società chiamati tombola e perlina. Dopo aver lambito i fiumi spumante e brachetto e averli passati attraversando il ponte torrone, torno sui miei vecchi passi dello scorso anno ribattendo quei tasti e pensieri che da un anno fanno parte della mia vita.
Questo blog compie giusto un anno e, varcata la soglia del 2010, è forte la tentazione di un bilancio di quel che è stato... ma è altrettanto grande la voglia di gettare uno sguardo al futuro per anticiparne dei frammenti e pianificare dei propositi che vogliono essere traguardi.
2010: istintivamente questo numero mi piace, c'è quel 10 simpatico che m'ispira positività... Ma facciamo un passo indietro: era il gennaio del 2009 quando presi le redini di questo spazio, che aprii però nel dicembre 2008, ed è stato l'inizio di un positivo cammino personale. Nel 2009 ho pubblicato 43 post, coltivato meno la poesia, che anzi ho quasi abbandonata e ho riflettuto a voce alta soprattutto su temi sociali quasi fosse stata una chiamata alle armi. In realtà qualcosa in versi l'ho scritto, ma sono state le scelte dei miei concittadini che mi hanno scosso: quelle elezioni 2008, scellerate, mi hanno fatto passare davanti agli occhi uno scenario futuro che in parte abbiamo vissuto. Quasi come in una visione, ho preventivamente avvertito lo strapotere e la follia di un uomo e un sistema alle sue spalle che avrebbero portato al declino il paese così come lo conoscevamo. Sapevo che almeno da lì a cinque anni il tempo si sarebbe fatto pesante, e non ci sarebbe passato un nano-secondo.
Sono soddisfatto di quel che ho prodotto sul piano personale, nulla di eccezionale, ma qualcosa che ha contribuito a portare avanti un cammino, a farmi sentire una piccola goccia in un mare di buone intenzioni.
Se penso a questo 2010 da un punto di vista sociale generale, non posso però essere votato all'ottimismo: abbiamo voluto una bicicletta che ci sfiancherà pedalare e di cui non ci possiamo liberare. Se abbiamo creduto di aver toccato il fondo in questi mesi di continui spostamenti dei paletti morali, sappiate di non aver visto ancora nulla. L'Italia vedrà dilaniata la sua Costituzione, la sua economia. Corruzione e malavita prolificheranno e saranno ulteriormente esportate all'estero minando le altrui democrazie. "Giustizia" sarà sempre più una parola vuota e ostile per i governanti.
Ma, dicevo, il 2010 mi sta simpatico e vedrà anche accrescersi un'eredità dello scorso anno, un qualcosa di fisiologicamente in contrapposizione a tempi tanto tristi. Penso ai movimenti che hanno preso vita o forza nel 2009 quali: le Agende rosse di Salvatore Borsellino, Il popolo viola della rete, un giornale quale il Fatto, network come BlogNews e BeppeGrillo, trasmissioni come Annozero che hanno visto crescere gli ascolti: una minoranza di persone che costituiscono la Nuova Resistenza e che hanno avuto la capacità di farmi sentire meno solo e darmi fiducia in prospettiva.

Il 2009 ha regalato a molti di noi qualcosa di molto importante: la consapevolezza. Il 2010 vedrà crescere lo spirito di una presa di coscienza e partecipazione sociale che verrà sostenuta ed accudita da chi ha trovato una chiave di lettura della nostra realtà:



Tutto questo è lo zoccolo duro per quel che verrà dopodomani, ma in questo nuovo anno continuate a stringere i denti...
Personalmente mi propongo solo di proseguire sul cammino tracciato.


P.S.: Tra le cose da salvare dell'anno passato e che porto volentieri nel nuovo, voglio sottolineare la conoscenza, a volte solo virtuale, di persone come Lisa a cui devo molto e particolarmente ho negli affetti, la conoscenza di Massimiliano, Tina, Giuseppe, e la lettura di persone come Alessandro Ghebreigziabiher al quale, non me ne vogliano gli altri, consegno la mia personale palma di miglior blogger 2009.