domenica 27 giugno 2010

Cronaca di un'Italia sotto scacco

Sotto scacco: cambiamo terminologia, cambiamo gioco.
Ad un'Italia indignata per una figuraccia mondiale (si badi bene calcistica, che altro?) alla quale per farsi capire bisogna parlare come ad un adolescente da stadio, proviamo ad osare con un gioco più raffinato di strategia mentale: questo deve aver pensato la "squadra" del Fatto quando ha scelto il titolo per il film-documentario di Udo Gumpel e Marco Lillo.
Sotto Scacco - dalla strage di Capaci al Processo Dell'Utri: vent'anni di rapporti tra mafia e politica. Il dvd, reperibile in edicola, è stato presentato a Roma da Marco Travaglio, Antonio Padellaro e i due autori. Ospite d'eccezione della serata svoltasi al Caffè Letterario il magistrato Roberto Scarpinato. "Non esco spesso: non mi piace partecipare a commemorazioni, come quelle delle stragi, insieme a persone (politici) indegne... mi causa imbarazzo..." - applausi a scena aperta - "Esco per serate come questa, quando so di poter parlare con persone che capiscono..."
Le persone presenti alla serata sono di quelle che se di questi tempi sentono la frase "figuraccia mondiale", non pensano ad un pallone, ma al degrado politico-culturale in cui versa il paese. Del resto questa frase non fa pensare al pallone nemmeno a chi italiano non è: ne da prova Udo Gumpel, tedeschen di Germania del quale Travaglio dice: "ne sa più lui delle stragi e processi del nostro paese che il 95% dei giornalisti italiani". Nessuna sorpresa, tutto questo fa parte della figuraccia mondiale...
"L'Europa non sta facendo molto per l'Italia: l'ha data ormai per persa..." dice Udo, infrangendo i sogni di chi contava in un aiuto esterno... "pensa ormai che la situazione si possa risolvere solo in maniera anagrafica." E Udo, per i più distratti, non sta parlando di calcio.
"In un paese dove il 70% s'informa attraverso la televisione, dove in alcune regioni ci sono ancora fenomeni di analfabetismo elevati, se questo filmato andasse in onda in tv sposterebbe una buona fetta di voti. " Se... se l'Italia non fosse un paese sotto lo scacco di forze che, come ricorda un apprezzatissimo Scarpinato, "sono state sempre presenti sin dalla nascita di questa Repubblica, dalla prima strage a Portella della Ginestra".
Repubblica nata e cresciuta nel sangue. Politica collusa con la criminalità organizzata fino ad arrivare ai giorni nostri. Il dvd del Fatto Quotidiano, certamente da avere, riassume gli ultimi due decenni, con interviste e immagini esclusive che non aggiungono nulla di sostanzialmente nuovo ai suoi lettori: indispensabile al resto del paese. Si "scopre" un Presidente del Consiglio manovrato dalla mafia (non vengono trattati nel dvd i rapporti massonico-vaticani) nonché carnefice del popolo italiano: infine tutti pedine in un gioco di potere.



E' tempo di bilanci per il Fatto Quotidiano ad un anno di vita. Il direttore Padellaro snocciola orgoglioso numeri inaspettati alle sue modeste aspettative: 70.000 lettori giornalieri. "Ma siamo sicuri di avere l'esclusiva nelle notizie che diamo, perché scriviamo quello che gli altri giornali non vogliono scrivere per paura di disturbare il manovratore".
Travaglio, conduttore-mattatore della serata, dal sarcasmo ficcante e dai perfetti tempi comici, chiude ricordando l'impegno del Fatto a diffondere ogni notizia a dispetto dell'approvazione della "Legge Bavaglio", anche attraverso serate-eventi per non coinvolgere la testata giornalistica e riportare le eventuali conseguenze penali sulla persona che di volta in volta si esporrà per la causa.

Applausi finali. Padellaro si dilegua mentre il pubblico apre la caccia alle migliori "firme" del giornalismo italiano. Momento di tensione per l'avvicinarsi di uno strano figuro, munito della storica prima copia del Fatto, quando questo si avvicina di soppiatto alle spalle di Marco Travaglio. Un attentatore che vuole approfittare della confusione? Nessuna paura, come gli altri vuole solo un autografo: il buon Travaglio si sottopone, al solito, al bagno di folla degli ammiratori con infinita pazienza. Del resto avrebbe dovuto seguire l'esempio del suo direttore per non finire... sotto scacco.

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