lunedì 25 febbraio 2013

L'importanza della forma (conclusioni e commiato)

"Mi fate paura, e non sono un cuore tenero e non mi spavento facilmente"... Queste parole mi
hanno tormentato nelle giornate elettorali...

Le mie intenzioni, il mio entusiasmo, nella scelta del voto sono state in buona fede... Per me la democrazia è un bene prezioso... ma non posso non riconoscere di aver sbagliato il tiro valutando in un certo modo e lasciando sottointendere che tutto è da buttare riferendomi ai giornalisti e alla politica attuale (rischiando di buttare anche il bambino nel tutto, come ha giustamente osservato la persona amica a cui appartengono anche le parole in apertura). Ha ragione lei, come altre persone che mi hanno parlato dopo il mio precedente post: lasciar passare che un dialogo si possa rifiutare, accettando che il cittadino possa sapere solo attraverso il confronto con reti estere, al di là delle motivazioni che si possono portare, dà adito ad avere atteggiamenti discriminatori che possono essere anche molto nocivi e non tutte le persone possono arrivare a comprenderne i motivi e le intenzioni. Soprattutto è un cattivo esempio che può portare a trascendere in maniera molto più pesante in prospettiva estrema. E' questo il pericolo democratico nell'atteggiamento del leader di partito che sfuggiva macroscopicamente ai miei occhi, avendo nei miei solo la comprensione delle motivazioni e la buona fede nella loro attuazione, guardando principalmente alla sostanza del programma e ai suoi valori democratici piuttosto che alla forma... vaffa inclusi. Il mio sguardo, nello specifico, era offuscato anche da anni e anni di stanchezza di un panorama politico e mediatico ai limiti della decenza, più volte sforata. Ma la forma ha la sua importanza e la violenza verbale, seppure minima, la mancanza di confronto all'interno di un contesto democratico, per quanto minato e quant'altro, non sono mai giustificabili, e rappresentano, questi comportamenti stessi, un problema di democrazia... o un potenziale pericolo. 
Le mie conclusioni arrivano dunque dopo più di un confronto civile e rispettoso su questi temi, proprio quello che è mancato fin qui al rappresentante Cinquestelle, e nell'ambito di queste conlusioni ho potuto riconoscere i miei  limiti nell'esposizione e nei contenuti della mia valutazione (o sottovalutazione), un'ingenuità nel farmi trasportare da alcuni entusiasmi... Per questo le mie sentite e pubbliche scuse.

Fatta ammenda, prima di lasciare per un bel po' di tempo i temi politici da questo blog, vorrei lasciare le mie considerazioni personali sulle surreali elezioni: il popolo italiano, condizionato o cosciente, opportunista o responsabile, in buona fede o meno, ha fatto la sua scelta. "L'Italia del conflitto di interessi" è stata affidata alla banda B.B.: ora, sul partito di Bersani posso capire che si dimenticano in fretta tante cose, la non completa informazione, la buona fede e il reale impegno della base di questo partito che, nelle realtà minori, sa anche fare molto bene, i media che lo presentano come "sinistra" (concetto parzialmente avvalorato dalla presenza di Sel nella coalizione)... posso arrivare a comprenderlo... ma Berlusconi!!! E non aggiungo altro e mi censuro per non trascendere. Apprendo con sollievo che Monti, Casini, Fini siano stati messi all'angolo (almeno quello!). Mi dispiace molto per Rivoluzione Civile, perché penso che avesse un buon programma e meritava di avere una sua rappresentanza in questo nuovo Governo: forse l'imitazione "pigra" di Crozza ha danneggiato il suo rappresentante? O forse, molte persone hanno valutato che se sterzata bisognava dare al paese, i Cinquestelle potevano essere nel compito più incisivi... Questi ultimi hanno preso un buon numero di voti: spero che il suo rappresentante, fuori dal Governo, corregga responsabilmente alcuni atteggiamenti e parole e si apra al dialogo per il bene comune del paese (il ché non significa inciuciare), e che siano mantenuti con coerenza i programmi e le intenzioni di democrazia diretta dal basso e la visione di un rinnovato stile di vita di cui è portatore sano questo movimento, composto da tanti giovani (non significa impreparati sui temi) volenterosi e politicamente inesperti ragazzi. Il loro programma lo ritengo sempre il migliore che questo panorama politico poteva offrire.
Cosa succederà ora? La B.B. governerà insieme a Monti "per il bene dell'Europa"? Bersani si accorderà con i Cinquestelle, visto che ha un programma di fatto più a sinistra del suo?  Lo stallo porterà a elezioni a breve senza il cambiamento di una scandalosa legge elettorale? L'Europa ci commissarierà in maniera più palese del precedente, imposto, Governo Monti? Non saprei dire, questo paese delle meraviglie, Italialand, come giustamente è stato chiamato, è capace di qualsiasi di questi scenari e può serbare altri impensati colpi di scena... Io mi ritiro per un periodo dai temi politici, preso atto di alcune, sopra riconosciute, sviste e preso atto anche del volere democratico di un paese che ha fatto le sue scelte, o ha creduto di farle...



ot... Grazie con tutto il cuore a chi si è speso con me nel confronto e ha creduto, ancora una volta, ne valesse la pena...



sabato 23 febbraio 2013

Il voto (in)utile e democratico

 Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare.
 (Mark Twain)

"Voi potreste essere l'ultima generazione a cui è possibile ribellarsi. Se non vi ribellate potrebbero non esserci più opportunità: l'umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot. Quindi ribellatevi, finché siete in tempo."
(Osho)

E' tempo di rivoluzione... Non in punta di piedi, nella forma pacata e civile di Ingroia: fosse stato un altro momento l'avrei anche votato, ma è fuori tempo, fuori spazio, fuori luogo: andava bene all'interno di un idilliaco contesto democratico quale non siamo più, se mai ci siamo stati veramente dentro... e se ancora ci vogliamo considerare al suo interno, ci siamo puramente nella forma... Per quanto la democrazia è essa stessa un'ideale utopistico verso il quale si tende e mai si raggiunge, oggi siamo ai limititi dello svuotamento di questa parola, uccisa nella sua culla greca...
E' tempo di rivoluzione, e rivoluzione implica in sé un minimo di violenza, seppure verbale: implica un "basta!!!" deciso ed energicamente esclamativo; implica un "vaffanculo" altrettanto forte e sentito; implica delle scelte poco diplomatiche, non comprese, impopolari, quali ad esempio quella di non fornire il pass ai giornalisti italiani, complici, lacché al servizio di vermi, a loro volta striscianti al servizio di chi tira la corda intorno al nostro collo e ci racconta che è per il nostro bene... Confrontarsi... con chi, e perché? Con i cittadini, certo, ma dove sta scritto lo si debba fare nei salotti televisivi al veleno che vedono la creazione o lo smantellamento di personaggi e lo spostamento dei gradimenti sapientemente condotta dal di parte conduttore di turno della tv politicizzata? E confrontarsi con chi? Con Berlusconi? Monti? Bersani? Casini? Maroni? Siamo seri... per favore. 
E' tempo di rivoluzione, e nessuno di noi la vorrebbe mai armata. Ma mettiamo subito in chiaro una cosa: il Movimento Cinquestelle avrà un consenso rilevante alle elezioni, ma non sarà incidente. Sarà, anzi, il predestinato capro espiatorio, fatto a pezzi dal circolo mediatico di nota proprietà.
La piazza di San Giovanni in Roma (del populista), dal vasto colpo d'occhio delle grandi occasioni e dalla variegata ed eterogenea moltitudine di totmila persone, tra le più tranquille che abbia mai visto riunirsi, avente sul palco una serie di giovani rappresentanti provenienti "dal basso", tanto volenterosi, preparati e ricchi di buone intenzioni, quanto apparentemente ingenui di quanto li attende, non sarà essa stessa rivoluzione... E' un dire "ci sono...", è un atto meramente dimostrativo, probabilmente l'ultimo, per dire: "ho capito... e non ci sto!!!". E' soprattutto un dovere verso se stessi, la propria dignità, verso le generazioni future, alle quali bisognerà spiegare dove eravamo, cosa stavamo facendo, e come ci siamo sbattuti per evitare che la nostra sovranità, i nostri beni, i nostri diritti ci fossero tolti da sotto i piedi lasciandoci nell'indigenza e alla mercé di un pensiero unico neomercantile che ci riduce a numeri... a questa umana follia che autodistrugge con il pianeta che la ospita... 
A questo e a non altro può essere utile questo voto nei confronti di un'alternativa radicale di pensiero e prospettiva di vita: unica visione concreta che ci viene offerta nel panorama al quale siamo condotti a forza illudendoci di stare scegliendo... Questo voto, qualunque esso sia, non sarà utile allo stato della nostra democrazia, alla sovranità già compromessa e quasi totalmente ceduta (già persa quella monetaria): il punto di non ritorno è stato già toccato sottoscrivendo criminali fiscal pacchetti che ci consegneranno, legati mani e piedi, più di quanto non siamo già stati consegnati, venduti, marchiati e infiocchettati ora. Siamo solo alle battute finali di tutta questa brutta e patetica farsa...

E' tempo di rivoluzione, e questo voto, comunque, non sarà sufficiente...

Non credo più in questo popolo... Non credo più in questa nazione che corre dietro allo sventolìo di una busta contenente il rimborso Imu come fosse il suono di un piffero da seguire nel burrone... Non credo nemmeno più alla rivoluzione stessa, ed al fatto che ce ne possa essere una vera: questo paese non ha la spina dorsale e non si muoverà nemmeno di fronte alla fame nera... 
Abbiamo fallito, siamo la generazione dei falliti... ed avevamo l'aggravante di un esempio al di là del mare, ma abbiamo voltato le spalle... Avevamo l'informazione che potevamo andarci a cercare con le nostre mani, e non l'abbiamo voluta esaminare... Avevamo delle coscienze da svegliare, e siamo rimasti sopiti... perché Sanremo è Sanremo...

Ma no, che sto dicendo...: questa è democrazia! Andiamo a votare, lo stiamo scegliendo... Stiamo cedendo con le nostre mani tutto quello che abbiamo, e lo stiamo facendo per il nostro bene... e quel tizio che urla... sì, lui sì è il vero pericolo democratico...

Sono la matricola n.1687568... e sono un uomo libero, in questo nuovo mondo.

E non ricordo più quello che stavo dicendo...
.....................................
..............................
......................
...............
..........
.......
.....
...
.