giovedì 15 dicembre 2011

Analisi di un disastro annunciato

La forma, con Monti, è diversa, ne convengo: molto più presentabile, più garbato nel suo modo di fare (così poco italiano); più intelligente nel gestirsi e nel gestire le cose. Per questo molto più pericoloso... .

Con Berlusconi l'italiano era trattato come un dodicenne. Abbiamo avuto dodici anni per circa 17 anni, poi siamo finalmente cresciuti, ci siamo spazientiti e molti l'hanno abbandonato. Allora è arrivato Monti, lui sì, ci tratta in rapporto alla nostra attuale età: tredici anni... .

Non mi soffermo sulla prima manovra Monti, unanimamente giudicata iniqua e zeppa di inciuci, veri o presunti, con le forze politiche e vaticane. Oggi parte delle masse che applaudivano alla "necessaria ed unica soluzione Monti", è rinsavita unicamente alla prova dei fatti cui era atteso. Lo acclamavano! E lo facevano chi per paura, chi per presa di posizione del proprio partito di riferimento, chi perché lo aveva proposto (imposto, dico io) l'apprezzato (per cosa??) Presidente della Repubblica, chi perché riteneva (pericolosamente) che qualunque cosa fosse arrivata dopo il circo Berlusconi sarebbe stata buona a priori, chi perché nutriva semplicemente in lui una speranza, chi per un misto fritto di tutto questo. Colui che la pensava differentemente era il complottista, qualunquista, visionario e quant'altro. Come un deja-vu dai tempi del primo Berlusconi, si è assistito all'irrazionale respingimento di chi metteva in guardia e proponeva altro, il tutto per l'estrenua difesa di una soluzione calata dall'alto, "l'unica..." .

Rinsavisce parte della popolazione, eppure non mossa dal pensiero, bensì dalla materia della sostanza che gli viene sottratta, dai diritti così duramente conquistati che vengono meno. Dunque mossa dalla pancia. Eppur si muovono ma, mi domando io, perché sorprendersi delle scelte di questi novelli Bertolaso nell'emergenza di un disastro annunciato? Cosa si aspettavano d'altro da queste persone? Equità. Cominciare a togliere là dove è l'accumulo di denaro dei pochi, in questi anni spudoratamente arricchitisi a svantaggio dei molti: questa la giusta ed ingenua pretesa.
Eppure non era necessario arrivare a toccare i fatti di una manovra per sapere quale linea sarebbe stata adottata: sarebbe bastato vedere a monte altri fatti, anteriori e chiaramente esaustivi, che ci avrebbero sussurrato (urlato!) alle orecchie.

Sarebbe bastato chiedersi chi è Monti e quale pensiero, quale filosofia, muove il suo essere: allora avreste assistito con un certo distacco ad una manovra che vi sarebbe parsa (questa sì) l'inevitabile. Bildberg, Trilateral, Goldman Sachs: queste sconosciute organizzazioni di privati in bocca a pochi folli... BCE, Banca D'Italia, Federal Reserve: queste "conosciute" banche S.p.A. in mano ad una manciata di lucide menti senza scrupoli...

Sarebbe bastato collegare i fatti per comprendere accordi a porte chiuse, eventi che preparavano il terreno per il teatrino cui stiamo assistendo:

Todi, 17 ottobre 2011: si riuniscono il Cardinal Bagnasco, le associazioni cattoliche, i futuri ministri Passera, Riccardi e Ornaghi (Ahimé, amata terra dei miei avi, quali vil piedi ti calpestarono!). Parte del potentato locale ha dunque trattato a porte chiuse la sua fetta. Mi pare di sentirla, la sincera voce della provincia perugina traboccare dal più nobile degli organi interni nei confronti di cotanto illustri personaggi: "ve pozza pijja n corbo ta tutti quandi ndo stéte!"... Non traduco, ma si tratta di una formula augurale di lunga vita.

L'incontro di Todi è succesivo all'incontro, i primi di settembre, a Cernobbio da parte del gotha dell'economia, presenti Tremonti, Monti, con intervento in videoconferenza di Napolitano che dice: "Per l’Europa una nuova generazione di leader con coraggio". Il tutto mentre Draghi (vedi curriculum Monti) saliva alla presidenza della BCE. Anche qui decisioni private per la conduzione del paese e per la spartizione di potere, le quali precedono a sua volta quelle a porte blindate Bildberg fino a quelle a salire fino all'occhio in cima alla piramide di comando.

Tremonti un "loro" uomo, così come Napolitano, Draghi, Prodi, L'attuale Presidente del Consiglio greco... ed il nostro nuovo presidente, ovviamente. Il precedente governo non ha mosso un dito (guarda caso!) per una situazione economica che si andava manifestando in tutta la sua criticità, portandoci e lasciandoci sull'orlo di un presunto precipizio... proprio al punto giusto per un passaggio obbligato di consegne per "l'unica possibile soluzione tecnica". Passaggio ampiamente pianificato e conosciuto da tutto l'ambiente politico, del resto... come dice Ambrosetti, uomo vicino a Monti che rivela: «Monti al programma ci lavorava da quattro mesi»... . Ma dai! Ci lavorava da quattro mesi, il che significa che da ancor più tempo aveva ricevuto la proposta (ordine) d'incarico. E da quanto tempo lo spread, ben pompato dai media e dalla Goldman (dicono i bene informati), ci cinge d'assedio? Quattro mesi? Ma dai! Si tratta di casualità, ovviamente... .

Forse pochi hanno analizzato con attenzione le parole contenute nel pizzino di Enrico Letta (PD) a Monti appena dopo il suo insediamento:

"Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall'esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!".

Strana la confidenza, il senso di appartenenza ad un piano comune dimostrati dall'uomo PD: "mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!"... Cosa è andato per il giusto verso? Cosa era stato pianificato, ed ora, quasi con incredulità, si materializzava? Da quanto tempo era stato pensato e a cosa si era scampato per arrivare a questo? Forse il popolo poteva scamparlo, forse poteva mangiare la foglia, pretendere le votazioni! Ma no, loro sanno manovrare il proprio burattìno, sanno quel che fanno e la pedina Letta quasi se ne meraviglia.
Le parole del pizzino rivelano anche le due versioni con le quali il soldatino PD si propone di muoversi: una ufficiale, quella che l'elettorato può vedere come espressione di facciata di una politica di partito (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice); l'altra non ufficiale, al riparo dagli occhi, un aiuto nell'ombra che diligentemente può fornire alla causa (quale?).

Tutti, dai vertici PDL al PD passando per UDC e FLI (IDV?) sapevano da tempo l'esito degli eventi che il Presidente della Repubblica ci ha mostrato come tempestiva ed unica possibile soluzione dell'ultima ora. Soluzione decisa dall'alto, molto più in alto di tutti loro. Capirete il non senso, in questo scenario, di ragionare ancora in termini di destra, centro, sinistra.
E la democrazia? In tutto questo conciliabolo di privati dietro le quinte, rinchiusi nelle stanze blindate, appartati nei sottopassaggi, dov'è finita la democrazia?
Non si doveva votare certo, ed il popolo, del resto, doveva essere messo di fronte ad una situazione di fatto, impaurito dagli eventi, incoraggiato dalla speranza... .

La speranza:

“La speranza è una trappola, è una brutta parola. Non si deve usare.
La speranza è una trappola inventata dai padroni.
La speranza... è quella di quelli che ti dicono che dio… state buoni state zitti, pregate, che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell’aldilà. (Mario Monicelli)

Questo governo, il consenso ce l'ha ancora dalla maggior parte della popolazione: potessero votarlo oggi, Monti sarebbe ancora visto come l'unico uomo della provvidenza.

Ma cosa potrebbero fare i cittadini, qualora in maggioranza non fossero d'accordo con il suo operato? Sarebbero gli strumenti democratici a correggere il tiro della sua opera o a deporlo? Democrazia: quanto suona beffarda la parola in questo momento storico! Basti pensare che, in questi giorni in Toscana 57 sindaci hanno sottoscritto un documento che consente ai privati di continuare a gestire l’acqua fino al 2026, calpestando le due giornate referendarie del 12 e 13 giugno... . Già, la democrazia, una bella fumosa parola!

Come finirà questa storia? Ancora una volta Monicelli ci accorre in aiuto:

"Come finisce questo film? Non lo so. Io spero che finisca con quello che in Italia non c’è mai stato: una bella botta, una bella rivoluzione. C’è stata in Inghilterra, in Francia, in Russia, in Germania, dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto, che è trecent’anni che è schiavo di tutti. Se vuole riscattarsi, il riscatto non è una cosa semplice. E’ doloroso, esige anche dei sacrifici. Se no, vada alla malora – che è dove sta andando, ormai da tre generazioni."

Una rivoluzione armata è dolorosa, ma più che altro rappresenterebbe la sconfitta di una nazione poco lucida, in preda agli istinti, inconsapevole delle ragioni e dei volti che l'avranno condotta allo strenuo. Facile allora il gioco dei burattinai nel cavalcare il malcontento, piazzando i loro capipopolo per volgere il tutto a proprio vantaggio, dando l'illusione di ristabilire un ordine e una maggiore equità sociale, facendo ricominciare il ciclo. Tutto da manuale.

Quel che farebbe fare il salto di qualità è una rivoluzione culturale, che armi il cittadino di quegli strumenti che lo rendano intellettualmente libero: la popolazione dovrebbe poter parlare in scioltezza di signoraggio, massoneria, psicologia delle masse almeno ad un livello tale da far saltare i giochi di potere, al fine di innalzare la nostra età media da 13 ad almeno 18 anni, e con il raggiungimento di una maturità scaturirebbe in automatico una democrazia degna di tale nome. Ci vuole libera informazione (ancora saldamente nelle loro mani). Ma a 18 anni si potrebbe concertare un'azione comune quale uno sciopero generale ad oltranza che pieghi il sistema. A 18 anni si può pensare un nuovo, coerente, sistema di valori e certamente un nuovo sistema economico. Per questo la scuola, base solida di ogni crescita civile, è sistematicamente affossata.

Utopia? Probabilmente sì, o meglio, siamo lontani dall'obiettivo, educati e distratti per un'eterna infanzia, abituati a parlare con le parole altrui: le loro (ma ci paiono nostre!).

Siamo in un disastro annunciato, che affronteremo frontalmente non appena Monti avrà finito il lavoro di macelleria commissionatogli.

Saremo probabilmente ancora schiavi, convinti di essere uomini liberi... Ma non disperare Italia: Del resto non siamo noi in una democrazia? Non siamo noi un popolo sovrano? Ed io, in fondo, non sono un complottista? Un qualunquista? Un visionario? Le mie parole non hanno forse quel sapore surreale che può pronunciare solo la mente di un folle?


Buona rivoluzione, Italia. Buona rivoluzione pianeta terra.


Nell'attesa che cominci, guardate con attenzione questo video:

Solange Manfredi: Questa è la legge from censuratixcaso on Vimeo.