lunedì 16 dicembre 2013

Un nuovo Noi

Cliccate sulla copertina per visionare introduzione e i capitoli precedenti de Le Ali dei due Mondi


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UN NUOVO NOI





Quando aprimmo gli occhi vedemmo le Tre Lune da un unico sguardo. Poi la nostra mano destra e sinistra. Infine il nostro nuovo corpo al centro di una Stonehenge deserta, rivestita in un metallo argentato su cui rifletteva una sagoma umana, ma di una stazza maggiore, avente ripiegate alle spalle un paio di possenti ali. Eravamo un corpo con i pensieri condivisi. Due energie opposte sintetizzavano l'essenza dell'energia della vita: quel che eravamo non aveva nome, non aveva sesso, ma al tempo stesso era tutto, qualsiasi cosa.
L'allineamento stimolava la mia parte così come la Luna tendeva a farlo sulla Terra: gli occhi si fecero rossi ed entrambi riprendemmo coscienza del motivo per cui eravamo lì.
Ci voltammo di scatto facendo leva sulle gambe e le ali si aprirono a saltare in cielo: due ali nere sulla costa e maculate dello stesso colore su fondo bianco per la rimanente parte.
Una creatura dall'apertura alare mai vista sfrecciava ora su Primordia.


Non più tu ed io ma Noi.
Sentirci un solo essere non mi stupisce come dovrebbe: un unico corpo, un unico sangue, un'unica anima, un unico pensiero  condiviso. Due esseri in uno solo: il bianco e il nero, la luce e il buio, l'istinto e la ragione ad annullarsi e completarsi.
Eravamo diventati 'Noi' perché avevamo liberamente scelto di essere quello che da sempre fuggivamo di essere, di vivere quello che le regole e le paure ci impedivano di vivere, di provare quello che non avremmo mai dovuto provare. Avevamo liberamente scelto di annullarci entrambi e rinascere come una sola entità: ci eravamo amati liberamente e totalmente. Ma il nostro amarsi era poi anche il Rito della Fusione e, benché ti avessi amato solo perché ti amavo, quello che ne era seguito era di nuovo  conseguenza delle nostre scelte e avevamo ancora una responsabilità a cui adempiere.
Condivido con te questi pensieri mentre, nuovamente e inaspettatamente, sento la libertà del volo pervadere il nostro corpo: se da sempre il nostro intrecciarsi in aria è stato una danza, adesso che le nostre ali sono una sola coppia, l'effetto è ampliato.
I tuoi occhi ci guidano dall'alto alla ricerca della Bestia, la Nostra Bestia, nata dalla fusione del nostro sangue, nata da un Rito, il Rito del Sangue e della Vita, che hai compiuto per salvarmi e mi chiedo, ci chiedo, 'cosa aspettarci?'. Quando l'abbiamo affrontata l'abbiamo morsa entrambi: non l'abbiamo uccisa ma ne avrà risentito? Tu sei morto e, anche se la tua Energia non è andata dispersa, sei comunque morto; io ho bruciato ogni goccia del mio sangue e sono morta nel compiere il Rito degli Elementi, per renderti quella vita che avevi perso a causa mia: il nostro cessare ha influito su di Lei? Poi siamo rinati a nuova vita: che ne è stato di Lei che era la nostra nemesi? E, infine, eseguito il Rito del Sangue, che di nuovo ha mischiato il nostro sangue, e il Rito della Fusione, che ha unito i nostri esseri, siamo di nuovo qui: un unico essere e il nostro sangue è ora uno solo... come ha influito sul Suo essere?
Trovarla non è difficile: anche se la nostra ricomparsa a Primordia è avvenuta in un luogo quasi all'altro capo di questo mondo, rispetto alle Foreste della Perdizione, nessuna distanza è abbastanza grande da superare il richiamo tra un essere e la sua Bestia.
Il tuo istinto di Lupo lo segue dall'alto, sfrecciando sopra luoghi che non avevo mai visto e altri che mi sono ben noti.
Nonostante l'urgenza e importanza della nostra missione, è impossibile non condividere la gioia di volare con le stesse ali, di vedere questo mondo magnifico con gli stessi occhi e di sentirsi completi: mentre voliamo lascio che ogni emozione passi dal mio pensiero al tuo, come una bambina che sia per la prima volta al parco giochi, e sento il tuo sorridere delle mie esclamazioni di meraviglia. Meraviglia e gioia, fin quando non giungiamo ai margini della Foresta. Adesso so cosa devo fare e, seguendo i tuoi insegnamenti, recupero immediatamente la concentrazione: chiudo i nostri occhi, calmo il nostro respiro e nascondo con la magia tutto ciò che non è ragione nel profondo del nostro essere.
Siamo pronti ad entrare.
I nostri occhi diventano azzurri come quelli della Pantera che mi guida: volare tra gli alberi, data la mole del nostro corpo, sarebbe troppo rischioso, quindi optiamo per addentrarci a piedi e, anche nella corsa, il nostro moto non ha niente ad invidiare al volo.
Lei è ancora lì dove l'abbiamo lasciata poco  fa, in quello che è per Lei il tempo qui a Primordia. Da quando l'abbiamo morsa e ne sono stata morsa, tutto quello che è avvenuto a noi, ci ha riportati nella Stonehenge argentata solo pochi attimi dopo quei morsi, quindi solo la durata del nostro volo fin qui e gli effetti dei vari Riti potranno, eventualmente, aver causato cambiamenti sul suo essere.
Ci chiedo ancora una volta, a cercare di valutare le varie possibilità, cosa ci aspetti una volta trovata e la risposta non si fa attendere infatti, se non bastasse l'istinto, se non fosse sufficiente il richiamo che ci lega a permetterci di raggiungerla, lo sarebbero le urla che squarciano il silenzio della foresta: urla di dolore ma, anche, o soprattutto?, di rabbia.
Le sue urla vibrano contro lo scudo di magia in cui ho ammantato il nostro essere, sento che la sua disperazione cerca di forzarlo nel tentativo di distruggere ciò che siamo prima  che ci sia offerta l'opportunità di annientare Lei. Il nostro sangue, il sangue di entrambi coloro che eravamo, pulsa e vibra richiamato dal suo, anch'esso nostro, a dimostrazione che il poco intervello trascorso, per Lei, non ha influito sulla sua conformazione fisica, anche se qualcosa è cambiato nel suo modo di ragionare: come se, con tutte le nostre evoluzioni e trasformazioni, avessimo evoluto anche lei.
Mi rendo conto che il mio pensiero è distratto da questo suo comportamento, dalla ricerca di spiegazioni che adesso non posso ottenere perché dalla nostra concentrazione dipende il destino dei nostri due mondi e della nostra vita.
Comprendo di non essere capace, da sola, di contendere con la magia tutto ciò che siamo, né, tanto meno, di essere capace di controllare come dovrei gli effetti delle sua grida, così decido di chiederti aiuto: 'Aiutami, ti prego, dobbiamo concentrarci assieme; usare assieme la nostra magia per difenderci e per rafforzarci: i nostri pensieri e il nostro animo sono troppo immensi perché io possa farcela da sola'.
Ed ecco che sento il tuo pensiero uniformarsi al mio, diventare tutt'uno con il mio nel tentativo di ergere le nostre difese.
E, infine, non solo i nostri corpi e le nostre anime, ma persino le nostre menti sono diventate un'unica cosa.
Non siamo più noi: siamo l'Uno.


Un unico volo offriva una sensazione amplificata e regalava delle emozioni ancora più intense di quanto i nostri intrecci aerei avevano mai fatto prima, ma il mio spirito di lupo, influenzato dalle lune, mi faceva puntare dritto all’obiettivo senza molti pensieri, mentre sentivo i suoi interrogativi e considerazioni nella mia mente che a tratti mi rallegravano durante il tragitto che ci separava da quella nostra creatura.
Sentivo la forza di quel nuovo corpo: durante il volo potevo prendere lentamente coscienza di un potenziale illimitato, di una macchina da guerra micidiale alla quale nessun altro essere vivente conosciuto avrebbe potuto resistere; al tempo stesso i suoi interrogativi su quanto avremmo trovato cominciavano ad essere anche i miei.
Proseguendo con la stessa agilità sul terreno l’avvicinammo: le urla della Bestia attentavano la nostra concentrazione prima dello scontro. Con estrema naturalezza  concessi l’aiuto mentale che l’altra parte di me richiedeva affinché divenissimo completamente fusi anche nella mente. E, d’un tratto, dall’essere pronti, fui pronto ad affrontarla…

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