lunedì 22 marzo 2010

Un Caravaggio simil dantesco...

Nel mezzo del cammin di nostra vita,
ci ritrovammo in una giornata oscura,
che la democrazia era smarrita!
Hai quanto a ricordar questa storia è cosa dura:
mi par su un colle rimembrar di una parata,
di trombe e soldatini che a nessun fan più paura.
"Fate piano col tamburo e la cantata,
che Morfeo è lassù col suo guanciale!"
quando lieve dal palazzo una ventata.
Gli occhi nostri scendon ora e più non sale
e non vi so dir se in sogno o pur davvero,
l'ingresso alle scuderie del Quirinale...

Barbara, nostro Virgilio, ci aspettava davanti all'obelisco sul colle. Noi, ritrovatici in abiti d'altri tempi ci siamo radunati intorno a lei.
Che anno era? Forse la fine del cinquecento o inizi seicento...
Di un certo Michelangelo Merisi, burrascoso personaggio lombardo, comincia a parlarci: "E' un attacca brighe, ovunque vada litiga con qualcuno, ma non è certo uno stupido! E' ospitato dai signori che gli commissionano le opere... e pensate a quali conoscenze può avere accesso!".
Poi ci conduce in ambienti che dovevano esser stati delle stalle. Con la premessa di un caratteraccio, avevamo addosso un po' di timore, quasi entrassimo nella bocca dell'inferno...
Era la sua bottega? Lui per fortuna non c'era. Ci ritroviamo davanti ad un quadro:"Vi guarda, con il suo sguardo lascivo...".
In effetti, rifletto, cerca l'interlocutore. Vuole coinvolgerti nel quadro, ti ci fa entrare, ne sei parte. Forse il dipinto si completa solo quando il tuo sguardo entra in asse con il suo. Eh sì, deve averlo concepito con una persona davanti, che diventa essa stessa pittura, o lui, questo ragazzo diviene reale... ma cosa vorranno dire i suoi occhi?
"E' un innovatore, i suoi colleghi non lo vedono di buon occhio. Guardate la frutta: è rappresentata nella sua realtà, compresa quella "passata"... prima d'ora la natura veniva rappresentata nella sua massima bellezza..."
E' stupefacente la resa dei particolari, la superficie della pesca, e quanto possa essere bella anche una foglia avvizzita...
"...non c'è differenza tra il cesto e il ragazzo... per lui sono ugualmente importanti..."
Importante sembra essere anche la più piccola piega della sua camicia.

Non sembra una bottega, pensavo, bensì la raccolta di qualche collezionista: un ammiratore forse. Quando ci si para di fronte la conversione di San Paolo...

"Lo sfondo è assente, come quasi sempre, e la scena è drammatica, caotica: le mani davanti agli occhi, il cavallo in movimento... tra le prime opere a figure intere di questo artista..."
Dal vivo il quadro era imponente: ricordavo di aver visto un'altra "conversione", a palazzo Borghese, non ricordo quanto tempo prima, ma era la stessa mano... "questa è più bella!" ho esclamato... ma la nostra guida, redarguendomi con lo sguardo ha fatto notare quanto nell'altra, posteriore, si fosse raggiunta una maggiore maturità: più essenziale, con meno personaggi e certamente più efficace.
Questo artista, ci dice poi, conduce una vita non priva di vizi: dal gioco, alle donne... anche prostitute, che spesso dipinge nel ruolo di Madonne...
Quale accostamento, ho pensato... forse è un "tiro" ai denarosi e cattolici committenti: chissà quante risate alle loro spalle... O forse è ancora una volta la cruda realtà, quella della sua vita, che brutalmente viene riportata sulla tela... e bene e male, sacro e profano si mescolano come in un purgatorio...

Mentre ero assorto nelle mie riflessioni, con gli altri come me rapiti dalla bravura di questo Michelangelo, eccoci ancora ad un'opera commissionatagli:
Non si utilizzano molti colori, e spicca sempre il rosso", notava uno di noi... E' vero, ho pensato.
"La luce, non è mai "reale", le fonti luminose sono molteplici e funzionali":
servono a mettere in evidenza un personaggio o una parte della scena piuttosto che un'altra, rappresentano in qualche modo anche lo stato d'animo che vuol essere trasmesso... e quella luce sull'armatura rivolta verso lo spettatore, quasi a cercare un punto di contatto con lui, ancora una volta lo porta dentro il quadro...
"Quello alla destra che tiene la lanterna è un suo autoritratto..."
Significativo: è lui che mette in luce la scena, ce la presenta... e ancora una volta "ci rappresenta l'attimo"...
Il bacio di Giuda: più guardavo con attenzione i dettagli, che la nostra amica guida sapientemente ci forniva, più comprendevo la grandezza di un pittore che già l'occhio profano aveva intuito...

Le opere si moltiplicavano al nostro sguardo, una più bella dell'altra, e sembrava un cammino nell'arte, fisico ed interiore...

Giuditta decapita Oloferne:
Una scena dalla straordinaria bellezza e al tempo stesso crudele, con ancora una volta il rosso che spicca: questa volta dalla gola di un uomo.
La mimica dei protagonisti è eccezionale: la repulzione della fanciulla che però deve compiere il gesto; l'incitamento dell'anziana ; il volto sofferente della vittima.
Non tante parole di fronte a questa tela, solo ammirazione.
E' il volto dell'anziana che più mi colpisce: i dettagli del suo viso e del viso di altri anziani in altri suoi quadri mi hanno fatto pensare al profondo amore che Merisi deve avere della vita in tutte le sue forme, anche quando la bellezza viene meno per l'azione del tempo. L'anziana, così come quella frutta bacata che avevo visto prima, esprimono una bellezza che va al di là del bello: è la bellezza del reale, la bellezza della vita in qualsiasi forma si presenti.
Solo chi ama smoderatamente la vita può dipingere come Michelangelo Merisi.

"E' latitante, cercato dalle guardie di Malta, rifugiato in Sicilia, poi a Napoli... ma continua sempre a dipingere ovunque vada..."

"La testa di Golia, decapitato, è un suo auto ritratto, forse sente vicino il momento della sua morte..."
Le ultime parole di Barbara mi mettono addosso un po' di angoscia, più di quella testa gocciolante... possibile che l'umanità possa perdere un tale artista a soli 39 anni? Ma è il suo carattere a portarlo in questa situazione... le guardie maltesi lo inseguiranno dovunque e finiranno per ucciderlo per lo sgarbo commesso.
Eppure lo avrei voluto conoscere, avrei voluto vederlo dipingere, creare dal nulla una meraviglia...

Ma forse in questo viaggio tra le sue opere, attraverso la guida di una sapiente accompagnatrice, ho potuto comprendere il suo inferno e il suo purgatorio... nella bellezza dei suoi quadri ho potuto vederne il paradiso... e in qualche modo, Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, io l'ho conosciuto...




P.S.: Non perdete l'occasione di vedere i suoi meravigliosi quadri alle Scuderie del Quirinale: la mostra è aperta fino al 10 giugno ;-)

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