mercoledì 10 febbraio 2010

La coerenza: il fine non giustifica i mezzi

La coerenza... riflettevo sulla coerenza: di quanto sia difficile raggiungere la consequenzialità tra i propri pensieri, valori, princìpi... e le nostre azioni. Pensavo ai tanti ostacoli e tranelli che nella vita si frappongono. Servire l'opportunità del momento a proprio vantaggio, il compromesso estremo, questi i mali che minano la coerenza... ne prendo atto ripassando a mente alcuni momenti della mia vita in cui ho sperimentato.
C'è sempre una scelta, o quasi sempre, in ogni situazione... è la prerogativa dell'uomo libero. C'è una scelta anche con una pistola puntata alla tempia: puoi decidere di fargli premere il grilletto. Se sei una persona qualunque lasci l'esempio del tuo agire alle persone care e alla discendenza, se invece sei anche una persona pubblica lo lasci ad una nazione e sono maggiori responsabilità e conseguenze.
La coerenza, ho capito, è una delle conquiste più difficili di un uomo.
Quando ho saputo della scelta fatta da Di Pietro di appoggiare il candidato De Luca (PD - due processi in corso) nelle prossime elezioni per la Campania ho riflettuto sulla coerenza.
A caldo ho pensato che mi pentivo di avergli stretto la mano... poi ho riflettuto sulla debolezza umana, che sebbene compresa non può essere giustificata, ed ho ascoltato le sue motivazioni. Hanno ragione De Magistris e Sonia Alfano, la rete e Il Fatto Quotidiano, gli esponenti del popolo viola e delle agende rosse: non è questa la linea da seguire, la coerenza e i valori non possono essere barattati sull'altare del compromesso.
Dunque De Luca può essere governatore e Berlusconi non può essere presidente del Consiglio?
Il prezzo da pagare è altissimo: il precedente offre alibi per simili comportamenti futuri. Di Pietro è ora senza difesa alla mercé degli attacchi di chi non aspettava altro e, ancora peggio, parte degli elettori faticosamente conquistati si rivolgeranno altrove: paradossalmente alcuni torneranno ad uno scandaloso PD.
Meglio perdere la battaglia che la guerra, meglio correre il rischio di cedere la Campania che demolire l'immagine e la speranza in uno dei pochi punti di riferimento di una vera opposizione. Seppure ha creduto che non ci fosse altra scelta, che questo era quello che bisognava fare, se non vuole tornare sui propri passi, allora bisogna bere l'amaro calice fino in fondo dando le dimissioni dall'incarico e limitare i danni.
Il risvolto positivo della vicenda, su cui invito a riflettere, è nella maturità delle persone vicine a questo partito e dei suoi esponenti, che non hanno difeso le decisioni del leader a spada tratta, criticando duramente una scelta incoerente. In altri partiti questo non accade, e non sorprende nello stato di lobotomizzazione in cui versa l'Italia.
Se cade L'Italia dei Valori, i soli movimenti esistenti e quel poco altro che resta non hanno speranze... l'Italia non ha speranze.



"I mezzi che giustificano i fini sono un'emerita cazzata. Il fine e il mezzo sono la stessa cosa. Se il primo è merda, lo diventa anche il secondo. Tonino, torna indietro." (Beppe Grillo)


Sì, torna indietro Tonino...


P.S.: Un'alternativa per gli amici campani. Il MoVimento 5 Stelle candida in Campania Roberto Fico, un cittadino incensurato di 35 anni. Idee, non ideologie. Credo che se gli italiani avessero un buon numero di neuroni e un minimo di buon senso farebbero questa scelta...

2 commenti:

  1. Purtroppo non è la prima volta, ad esempio pensa al voto sulla commissione d'inchiesta per i fatti del G8.
    Purtroppo non ci sono molte alternativa, ma anche Di Pietro fa degli strani "autogol"...
    Poi aggiungo un'altra cosa, non mi piacciono i partiti costruiti sulla persona, posso capire all'inizio ma adesso non più, anche perché il partito ha persone valide come ad esempio De Magistris.

    Ciao Stefano, un caro saluto

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  2. Io spero in un futuro prossimo con De Magistris e Sonia Alfano: due con le palle ;-)

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