domenica 8 novembre 2009

Ipocrisia cristiana. Ipocrisia nelle scuole

Questo non è un post per affetti da bigottismo, e non mi scuso per quanti possano ritenersi offesi da quanto esposto. Il titolo, esemplificativo dei contenuti che seguono, offre la scelta di non andare oltre nella lettura.

Forse non tutti sanno chi sia Yehoshua ben Yosef, un ebreo vissuto molti anni fa, un profeta che percorse la terra d'Israele predicando agli ebrei l'imminente fine del mondo e con essa il giudizio finale.
Il grande critico letterario Harold Bloom scrive: "Yehoshua, Gesù Cristo e Yahvè sono tre personaggi totalmenti incompatibili" eppure sono la stessa persona...
Quello che noi conosciamo più comunemente come Gesù, quello che vediamo su quella croce nelle iconografie e affisso sulle pareti dei luoghi pubblici del nostro paese, è la rappresentazione di un uomo frutto della manipolazione di duemila anni, una persona di cui in realtà sappiamo poco o nulla, e sulla quale ci si dovrebbe documentare inserendola in una prospettiva storica, prima di avventurarsi in una qualsivoglia disquisizione di quel che avrebbe detto, fatto o di come avrebbe agito ai nostri tempi.
La religione è a mio parere una questione umana, in quanto tale limitata e per nulla divina: la Chiesa e le altre istituzioni di culto, inesorabilmente, hanno i giorni contati.
Ma i giorni contati ce l'ha ancor prima quell'anacronistico crocifisso sui muri scolastici, imposto nell'arredo dal ventennio fascista. Anacronistico per la laicità del nostro Stato che, Costituzione alla mano, con l'articolo 3 recita:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
C'è poco da discutere, la Corte Europea dei diritti dell’uomo, accogliendo favorevolmente la richiesta di danno morale per la presenza del crocifisso nelle aule di due bimbi, come richiesto dalla loro famiglia, in quanto ledeva il diritto di crescere gli stessi con il principio di laicità (vedi sentenza), ha fatto giustizia e ha portato civiltà in un paese ostaggio dell'ipocrisia cristiana sia nella figura dei suoi rappresentanti di spicco che in molti suoi seguaci, persone che, in larga maggioranza, conducono incoerentemente uno stile di vita alquanto distante dai valori predicati. La Chiesa, complici le autorità politiche italiane di ogni tempo, non solo ha sinora imposto il suo simbolo religioso a dispetto di cittadini con un pensiero diverso, ma condiziona tuttora pesantemente anche il programma e la scelta del professore di religione, che lungi dall'essere il professore della "storia di tutte le religioni", tratta in sostanza di quella cristiana... l'alunno che non vuole seguire per motivi ideologici può saltare queste ore di lezione intrattenendosi in altre attività didattiche!!
In attesa di veder cambiato anche quest'aspetto increscioso dell'ambiente scolastico, di chiacchiere ipocrite (e idiote) se ne sono invece sentite molte riguardo alla questione crocifisso, a partire dagli esponenti politici (non ci si sorprende affatto) e di quanti queste persone le hanno seguite a pappagallo. Incredibili anche quanti hanno considerato la sentenza europea come un attacco all'italianità. Emblematico un gruppo facebook che recita:
Non volete il crocifisso nelle scuole ecc.? Allora andate via dall'Italia!!
Domanda: io sono italiano e non sono favorevole al crocifisso nei luoghi pubblici: devo andare via dall'Italia??

Fotografa molto meglio la realtà invece, sempre in facebook, la seguente frase correlata da immagine:


Come mai bestemmi come un turco ma da oggi sei un paladino del crocifisso in classe?




Le persone, addomesticate a dovere sin dalla più tenera età, non sono abituate a pensare: se ne è data ancora una volta prova con il moltiplicarsi dei belati italici sulla questione.
Il più alto livello di contrapposizione alla sentenza è stato del seguente tenore: "ma è sempre stato lì, è una tradizione..." (un simbolo religioso una tradizione?? n.d.s.) - " ma non dà fastidio a nessuno, i bambini nemmeno se ne accorgono"(!! n.d.s.) sottovalutando, tra l'altro, anche l'aspetto subliminale della questione oltre che ignorando, nel contesto, l'oggettiva ingiustizia.
E' stato sorprendente constatare il nostro grado di condizionamento di fronte a certe tematiche. E' stato altresì preoccupante osservare come, in un riflesso senza controllo, molte persone si sono scagliate alla difesa di un crocifisso nelle aule confondendo il tutto come un attacco alla religione, senza contare che la sua rimozione significa rispettare i principi di uguaglianza e di tutela delle minoranze cari proprio ai valori cristiani.
Per quant
o ne sappiate, di valori cristiani e di Gesù, egli avrebbe approvato il comportamento di questa Chiesa, di questi politici, della nostra società? Secondo voi avrebbe voluto essere oggetto di culto? Avrebbe voluto essere appeso ad una parete?
Prima di rispondere vi consiglio la lettura di due libri di Corrado Augias: Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo e Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione. Si tratta di libri-intervista ad eminenti biblisti.
Io li ho letti, e azzardo delle risposte: se potesse tornare tra noi, quest'uomo, si meraviglierebbe innanzi tutto del fatto che il giudizio finale non sia ancora arrivato, poi, potendo, prenderebbe a calci in culo la nostra società, Chiesa in testa... ma molto probabilmente non gli sarebbe consentito... disconosciuto, paradossalmente sarebbe rispedito in qualità di clandestino al suo paese con una pedata da parte dell' "unto del Signore"!...



P.S.: non mi meraviglio se tra qualche decina di anni si apriranno delle chiese al credo di Osho, filosofo e leader carismatico, maestro spirituale indiano tra i più influenti del ventesimo secolo... i piccoli uomini hanno bisogno di questo e invece di cercare di porsi alla pari, cercando un confronto, attaccheranno la sua effige alle pareti.

P.S.2: Per una volta sono in disaccordo nello specifico con Travaglio, il quale infatti ha detto "per me il crocifisso può anche rimanere", stesso dicasi per Di Pietro "che male c'è ad averlo lì?"

P.S.3: il fatto che critichi l'operato della Chiesa e di molti (pseudo) cristiani non significa che non condivida alcuni dei valori cristiani stessi. Condivido altresì gran parte della filosofia di Osho e parte dei pensieri di molte altre religioni, senza aderire ad alcuna.

P.S.4: Per quanti non hanno seguito il consiglio in apertura e si sono offesi, guardate questo simpaticissimo video dal titolo "la settimana del crocifisso"... servirà certamente a stemperare gli animi:







3 commenti:

  1. Io provocatoriamente avevo pensato questo:
    "Visto che non si può togliere il crocefisso perchè è una tradizione, ma siccome le tradizioni si evelvono, perchè non aggiungere gli altri simboli religioni? Così che ognuno sia rappresentato.."
    E' un idiozia lo so.. Ma era un modo di rispondere a chi proprio non voleva capire un altro punto di vista.

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  2. @duhangst E' difficile dialogare con chi non utilizza la ragione. Sono sicuro che un vero cristiano, coerente con i suoi valori, toglierebbe il crocifisso dai luoghi statali. Ho fortunatamente ascoltato delle persone praticanti parlare in questo senso. Non stupisce il resto della gente italica: se siamo ridotti come siamo ridotti nel nostro paese non è un caso.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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