mercoledì 1 febbraio 2012

Scacco matto alla Regina bianca




Abbiamo "mangiato" il cavaliere dal cavallo nero solo dopo esserci fatti sconquassare le fila, perdendo diversi pezzi. Il Re bianco riorganizza il gioco, per la controffensiva, schierando il suo primo alfiere. I pedoni sono quasi tutti compatti, meno uno... . A qualcuno non torna la strategia:


In dicembre, all'indomani della nomina a premier di Mario Monti, ero presente in Piazza del Popolo in Roma, per la manifestazione di protesta alle scelte appena calate giù dal bianco Re. Inizialmente mi ha sorpreso la composizione delle compagini presenti, molto meno il numero esiguo dei partecipanti. Erano rappresentanze di agricoltori, arrivati con tanto di trattore. Erano piccoli movimenti civili. Erano un gruppo di ragazzi al di fuori delle logiche del sistema. Nessun partito, nessun volto noto. C'era un Generale dei Carabinieri, dalla lunga militanza nei sindacati, che urlava, come gli altri, l'allerta: "attenzione, il gioco è truccato!; attenzione agli schieramenti in campo, non sono quello che credete siano!"

Volevo vedere in volto l'Italia che ha mangiato la foglia, tastare il polso allo stato di coscienza... Perché gli agricoltori? Perché sono quella parte del paese più lontana dalla logica capitalistica del nero neoliberismo. Loro, insieme ai pescatori:

Chi tocca con mano la terra ed il mare è colui che ha in sé i valori primari, incontaminati dalle logiche artefatte di un mondo globalizzato al pensiero unico, un mondo schiavo dell'economia oligarchica di uomini dall'anima come la pece. La cultura dell'uomo contadino non è universitaria di indirizzo tecnico-classico-moderno, ma ha avuto il supremo insegnamento alla fonte del sapere dalla natura: il campanello d'allarme è suonato per loro molto prima, avendo avuto la possibilità di vivere direttamente, sulla pelle, l'assurdità di un sistema artificiale. Il campanello è suonato tanto tempo prima di quello di chi, da quella fonte naturale, si è allontanato, rinchiuso nel comfort della propria casa riscaldata dalla televisione. Per alcuni il batacchio è stato sottratto per sempre: il loro sistema di allarme non li avvertirà mai più.

Pasolini, ancora una volta ha avuto ragione: la speranza risiede nel ritorno ad una civiltà vicina ai valori contadini: i più puri di cui ci possiamo dotare. E la speranza risiede poi nei pensatori, nei filosofi, nei poeti... proprio come Pasolini, che coltivano nel loro animo la sensibilità di quella cultura e se ne fanno portatori, distribuendola alla popolazione, dialogando con la popolazione, portando a compimento il loro più nobile e ultimo fine, anche dopo la morte.


Piazza del Popolo vuota, di quel freddo giorno dicembrino, è stata l'amara metafora di un popolo che se ne è rimasto incosciente nelle case a bersi le regole del gioco che gli venivano calate dall'alto: e così il (loro) gioco continua... :

Sì, perché la torre bianca (il PD) è in realtà il secondo cavallo nero (di Troia) infilato tra le nostre compagini, e schiere di pedoni bianchi si battono il petto per la bontà della sua posizione nello scacchiere, non accorgendosi dei suoi insoliti spostamenti ad "L", andando così esposti alle avanguardie dei pedoni e alfieri neri, che li dividono, li isolano, infine li mangiano senza possibilità di contromossa, inutilmente "difesi" dal pernicioso fare del primo bianco alfiere.



La partita si complica ad ogni passaggio, ed il pedone bianco, quell'unico pedone bianco grida: "la partita è truccata!!" Inascoltato... "Il cavaliere nero è stato sacrificato al solo scopo di portarci sotto scacco!" Ma i suoi non l'ascoltano, e cade l'altra bianca torre (i diritti dei lavoratori), altri pedoni si perdono sul campo insieme al secondo alfiere (le nostre risorse nazionali). Il giocatore nero ha buon gioco e ci depreda un pezzo dopo l'altro.


Ma noi abbiamo "cortine" fumogene negli occhi, litighiamo l'un l'altro, ci guardiamo con fare sospettoso. Certo, l'evasione è un problema, ma il tema non può essere affrontato in modo semplicistico! Bisogna ragionare, bisogna chiedersi come mai non possiamo scalare qualsiasi nostro acquisto e a chi conviene mantenere questo sistema... Soprattutto, perché viene posta ora la questione?? Ma no, la nebbia ci toglie la vista con falsi problemi, con realtà minori: e ci distrae, ci confonde, ci separa, ci allontana dalle persone amate... e tutto questo mentre la nave viene condotta consapevolmente contro gli scogli... Mentre si scava un traforo di violenza nelle nostre anime...


Bisogna buttare all'aria la scacchiera, ma da solo non può nulla, povero piccolo pedone bianco. Non può nemmeno invocare il suo Re, perché ha tradito, come la torre, come il primo alfiere: tutti figli neri sotto le spoglie di un sottile smalto bianco: tutti provenienti dalla stessa Troia.


A due mosse dalla fine della partita, il meschino grida la sua verità, la sua disperazione: "non c'è più nulla da fare, la Regina è persa!!!"


A chi è giunta la sua voce e non ha creduto, a chi ascoltando ci ha messo anche il solo beneficio del dubbio senza aver agito... a loro giungerà, infine, troppo tardi, la comprensione:

La Regina è la nostra sovranità, il nostro Paese...


Scacco matto alla Regina bianca...





(Il gioco - Umberto Verdirosi)





P.S.: Il movimento ad "L" nello scacchiere è proprio del cavallo (in questo caso quanto mai di Troia): questo a beneficio di chi non conosca i movimenti dei pezzi nel gioco degli scacchi. Qualcuno ha insinuato pensare che dietro il primo alfiere bianco si celasse l'attuale premier Monti: rispondo dicendo che trattasi di illazioni che non confermo né smentisco. Ognuno, in questo gioco, può attribuire un personaggio o dei valori ad ogni pezzo della scacchiera: il risultato non cambia.


P.S.2: Ho utilizzato un quadro del maestro U. Verdirosi (qui il suo sito), in calce all'articolo: l'ho adattato alla mia partita. Ho avuto il piacere di conoscerlo in quel di Orvieto, dove avrete modo di vedere dal vivo le sue opere. Per chi vuole approfondire la tela, ben altra partita è oggetto delle intenzioni dell'autore. Nessuno meglio di lui ve la può illustrare:






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