sabato 7 novembre 2009

Cyberstalking al microscopio



Stalking = molestie ed atti persecutori nei confronti di una o più persone. Cyberstalking= stessa cosa, ma avviene nel web (da qui l'aggiunta cyber).
Sinteticamente sono queste le definizioni, così abbiamo delle coordinate su quel che andiamo trattando.

L'anonimato in internet è una pratica assai diffusa, addirittura consigliata quando si vuole proteggere la propria persona, ma proteggere da cosa? e da chi?
Il web non è altro che una realtà parallela nella quale si riproduce la stessa varietà di meccanismi che regolano i rapporti all'interno di un gruppo sociale più o meno vasto, dunque in esso si può trovare ogni sorta di individuo: chi ritiene che possa trattarsi di un mondo più selezionato solo perché ci si avvale dello strumento privilegiato della scrittura, commette un errore d'ingenuità.
La non identificabilità è un arma di difesa, ma anche di offesa. Nella nostra società, ne è un esempio il comportamento negli stadi, l'anonimato e il fare gruppo favoriscono l'emergere degli istinti più bassi di una persona: allo stesso modo nell'interazione in rete, alcuni soggetti, forti dell'anonimato, possono essere favoriti nell'assumere comportamenti persecutori e molesti nei confronti di altri per i più disparati motivi, ad esempio per morbosità sessuale, oppure per motivi di discordanza ideologica ecc...
In genere il cyberstalking è sottovalutato rispetto allo stesso reato del mondo reale, che può degenerare anche nell'aggressione fisica... ma chi lo ha detto che non può esserci il medesimo epilogo partendo da internet?? E a quali danni può essere esposta una vittima in rete??
Un'internauta può essere costretto all'impossibilità di esercitare un normale scambio di relazioni con gli altri utenti di un blog, di un network o di una chat comune, a causa dell'incursione dello stalker (molestatore) che può perseguitare con commenti violenti o diffamatori la vittima, e seguirla in ogni suo peregrinare in rete. Il comportamento lesivo, da parte di una o più persone (branco), può indurre nel tempo la vittima all'esasperazione e alla decisione di abbandonare il web, nel peggiore dei casi questa viene rintracciata nel mondo reale dove, con altri mezzi, continuano le persecuzioni, che possono anche risolversi in aggressioni fisiche: ma non è necessario arrivare a tanto per produrre serie conseguenze ad una persona.
Fin qui la descrizione del fenomeno, ma ora voglio riportarvi un esempio pratico che vi darà modo di osservare direttamente un gruppo di dementi anonimi (ma l'anonimato in internet è un concetto abbastanza relativo) intenti nella demolizione di un ristretto numero di persone. Li potrete osservare come si osservano dei microbi al microscopio, ne potrete apprezzare l'immoralità, la pochezza, la vigliaccheria e la cattiveria anche laddove si accaniscono contro una persona che nella vita è stata vittima di una grave malattia (e anche su questa viene presa in giro). I moventi di questo gruppo di stalkers, in questo caso, sono dovuti a divergenze ideologico/politiche con, alle spalle, una lotta per il controllo di un network (o alla distruzione dello stesso??), ma ovviamente nulla può giustificare un reato.
Questi personaggi, oltre a commettere gli atti tipici sopra descritti, sono arrivati alla creazione di un blog (in gergo chiamato blog fake) finalizzato all'attacco di un pugno di vittime, una delle quali, dopo due anni di molestie, è arrivata a prendere in seria considerazione la possibilità di chiudere il proprio blog.
Vi lascio all'esamina di questo sito realizzato da un manipolo di cyberstalkers, scarto della nostra società virtuale e reale... buona visione:


Con l'obiettivo di punire coloro che, attraverso la rete, compiono atti persecutori, l’art. 612-bis fa riferimento alla reclusione per chi “con condotta reiterante minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero a costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.”

6 commenti:

  1. Bel post, grazie anche da parte di Tina.

    Ormai ho un po' di esperienza con i blog, sono tre anni che faccio blogging, e posso confermare che il cyberstalking è davvero un problema sottovalutato. Spesso i blog prima dell'incursione di un stalker non hanno neanche la moderazione dei commenti, perché un conto è criticare e un altro è perseguitare! La stessa cosa è capitata purtroppo a Tina, che è passata da un blog (che ha quasi 5 anni) non moderato alla decisione di chiuderlo completamente :-( Quasi due anni di attacchi, insulti e diffamazioni... sono tanti! Hanno creato più di un blog contro di lei. Si sono creati account in tutti i social network che frequentava per aggredirla. Su Facebook avevano creato anche un gruppo dove chiedevano l'espulsione da Internet di alcune persone, nell'elenco c'era Tina e c'ero anche io. Avevano messo i nostri nomi, cognomi e per Tina anche la foto. Chiedevano addirittura la nostra espulsione da Internet e ci accusavano di essere fascisti. Abbiamo dovuto scrivere a Facebook per fare cancellare quel gruppo e abbiamo ottenuto anche la cancellazione dell'autore (Precariopoli). Quello che hanno fatto è uno schifo! Sono arrivati ad accusarla anche per la sua malattia :-(

    Spero tanto che Tina ci ripensi, è una cara amica e al suo blog ci sono molto affezionato, ma so bene quello che ha subito e quindi rispetterò qualsiasi sua decisione.

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  2. Povera ragazza! Ho visto il blog ed è veramente offensivo!!!
    Tuttavia, per la mia esperienza di uomo di legge è controproducente rendere pubbliche queste cose sulla rete!!!
    La cosa migliore da fare è recarsi alla polizia e fare una denunzia contro ignoti o, s'ella conosce gli autori di quello SCANDALOSO blog, fare i nomi, cosi la forza pubblica potra dovutamente punire queste persone che offendono una come Tisbe che di sicuro non ha fatto del male a nessuno e ha la coscienza tranquilla. Chi ha la coscienza tranquilla puo' denunciare con fiducia!!!
    Stuvyesant

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  3. scusa ma ho visto il sito che nomini, puoi dire che è uno sfotto', una presa in giro, ma non penso che si possa dire che si tratta di minaccia che mette a rischio l'incolumità o provoca ansia per se o per i propri familiari. Anche sui blog si usano parole grosse come berlusconi per esagerare, capisco che alla signora non piaccia esser presa er il sedere ma che non si parli di un pericolo per la sua vita. il stalking è molto altro ed è diverso, a volte la vittima muore in seguito a stalking, qui è un po offensivo e basta non credi?

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  4. Caro Anonimo (13/01/2010), come da definizione di cyberstalking in apertura, mi sembra che l'esempio calzi abbastanza. Consideriamo anche che il blog fake in sè è solo un elemento attraverso il quale si attua la molestia e la persecuzione, ed è in genere affiancato da molte altre azioni nel post descritte. Ovviamente l'azione ultima ed estrema è l'aggressione fisica o l'omicidio, ma non è necessario arrivare a questo per "riconoscere" il reato. L'esempio in questione mette in evidenza una parte del tutto nel merito del fenomeno. Come dicevo il cyberstalking è sottovalutato, spesso confuso con azioni pressocchè innocue. Vogliamo dire che in sè l'esempio non è rappresentativo dell'intero fenomeno e può ad alcuni apparire altro? Diciamolo.
    A molti così non è sembrato, e ti assicuro che la persona oggetto di "attenzioni" le sue problematiche le ha avute eccome!
    Ti ringrazio della tua considerazione e per averla esternata, sempre nel rispetto di ogni PUNTOdiVISTA ;-)

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  5. @ stefano se per te quel blog che nomini nel link è stalking, vuol dire che non sai cos'è lo stalking e non hai mai conosciuto nessuno veramente vittima di stalking. Quel blog è pura e semplice presa in giro...cerca di dare ai fenomeni le giuste proporzioni, perchè di stalking si muore veramente
    Daniela C.

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  6. @ Daniela C.: Sarei tentato di rispondere che forse sei tu a non sapere cos'è il cyberstalking, oltre a non aver letto bene l'articolo, ma è evidente che al di là delle definizioni che lo regolano, il discorso d'interpretazione è poi soggettivo e rispetto dunque la tua opinione seppure non mi trovi d'accordo e la ritenga superficiale.
    In quanto all'affermazione che non abbia mai conosciuto persone che ne siano state vittime, qui ti avventuri in una presunta deduzione alla cieca al solo scopo di avvalorare una tesi. Chi ti ha detto che non abbia conosciuto vittime di stalking e cyberstalking e chi ti dice che io stesso non ne sia stato vittima?? L'investigatore non è il tuo mestiere ;-)

    Ti ringrazio molto di aver espresso un parere.

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