UN NUOVO NOI
Quando
aprimmo gli occhi vedemmo le Tre Lune da un unico sguardo. Poi la nostra mano
destra e sinistra. Infine il nostro nuovo corpo al centro di una Stonehenge
deserta, rivestita in un metallo argentato su cui rifletteva una sagoma umana,
ma di una stazza maggiore, avente ripiegate alle spalle un paio di possenti
ali. Eravamo un corpo con i pensieri condivisi. Due energie opposte
sintetizzavano l'essenza dell'energia della vita: quel che eravamo non aveva
nome, non aveva sesso, ma al tempo stesso era tutto, qualsiasi cosa.
L'allineamento
stimolava la mia parte così come la Luna tendeva a farlo sulla Terra: gli occhi
si fecero rossi ed entrambi riprendemmo coscienza del motivo per cui eravamo
lì.
Ci
voltammo di scatto facendo leva sulle gambe e le ali si aprirono a saltare in
cielo: due ali nere sulla costa e maculate dello stesso colore su fondo bianco
per la rimanente parte.
Una
creatura dall'apertura alare mai vista sfrecciava ora su Primordia.
Non
più tu ed io ma Noi.
Sentirci
un solo essere non mi stupisce come dovrebbe: un unico corpo, un unico sangue,
un'unica anima, un unico pensiero
condiviso. Due esseri in uno solo: il bianco e il nero, la luce e il
buio, l'istinto e la ragione ad annullarsi e completarsi.
Eravamo
diventati 'Noi' perché avevamo liberamente scelto di essere quello che da
sempre fuggivamo di essere, di vivere quello che le regole e le paure ci
impedivano di vivere, di provare quello che non avremmo mai dovuto provare.
Avevamo liberamente scelto di annullarci entrambi e rinascere come una sola
entità: ci eravamo amati liberamente e totalmente. Ma il nostro amarsi era poi
anche il Rito della Fusione e, benché ti avessi amato solo perché ti amavo,
quello che ne era seguito era di nuovo
conseguenza delle nostre scelte e avevamo ancora una responsabilità a
cui adempiere.
Condivido
con te questi pensieri mentre, nuovamente e inaspettatamente, sento la libertà
del volo pervadere il nostro corpo: se da sempre il nostro intrecciarsi in aria
è stato una danza, adesso che le nostre ali sono una sola coppia, l'effetto è
ampliato.
I
tuoi occhi ci guidano dall'alto alla ricerca della Bestia, la Nostra Bestia,
nata dalla fusione del nostro sangue, nata da un Rito, il Rito del Sangue e
della Vita, che hai compiuto per salvarmi e mi chiedo, ci chiedo, 'cosa
aspettarci?'. Quando l'abbiamo affrontata l'abbiamo morsa entrambi: non
l'abbiamo uccisa ma ne avrà risentito? Tu sei morto e, anche se la tua Energia
non è andata dispersa, sei comunque morto; io ho bruciato ogni goccia del mio
sangue e sono morta nel compiere il Rito degli Elementi, per renderti quella
vita che avevi perso a causa mia: il nostro cessare ha influito su di Lei? Poi
siamo rinati a nuova vita: che ne è stato di Lei che era la nostra nemesi? E,
infine, eseguito il Rito del Sangue, che di nuovo ha mischiato il nostro
sangue, e il Rito della Fusione, che ha unito i nostri esseri, siamo di nuovo
qui: un unico essere e il nostro sangue è ora uno solo... come ha influito sul
Suo essere?
Trovarla
non è difficile: anche se la nostra ricomparsa a Primordia è avvenuta in un
luogo quasi all'altro capo di questo mondo, rispetto alle Foreste della
Perdizione, nessuna distanza è abbastanza grande da superare il richiamo tra un
essere e la sua Bestia.
Il
tuo istinto di Lupo lo segue dall'alto, sfrecciando sopra luoghi che non avevo
mai visto e altri che mi sono ben noti.
Nonostante
l'urgenza e importanza della nostra missione, è impossibile non condividere la
gioia di volare con le stesse ali, di vedere questo mondo magnifico con gli
stessi occhi e di sentirsi completi: mentre voliamo lascio che ogni emozione
passi dal mio pensiero al tuo, come una bambina che sia per la prima volta al
parco giochi, e sento il tuo sorridere delle mie esclamazioni di meraviglia.
Meraviglia e gioia, fin quando non giungiamo ai margini della Foresta. Adesso
so cosa devo fare e, seguendo i tuoi insegnamenti, recupero immediatamente la
concentrazione: chiudo i nostri occhi, calmo il nostro respiro e nascondo con
la magia tutto ciò che non è ragione nel profondo del nostro essere.
Siamo
pronti ad entrare.
I
nostri occhi diventano azzurri come quelli della Pantera che mi guida: volare
tra gli alberi, data la mole del nostro corpo, sarebbe troppo rischioso, quindi
optiamo per addentrarci a piedi e, anche nella corsa, il nostro moto non ha
niente ad invidiare al volo.
Lei
è ancora lì dove l'abbiamo lasciata poco
fa, in quello che è per Lei il tempo qui a Primordia. Da quando
l'abbiamo morsa e ne sono stata morsa, tutto quello che è avvenuto a noi, ci ha
riportati nella Stonehenge argentata solo pochi attimi dopo quei morsi, quindi
solo la durata del nostro volo fin qui e gli effetti dei vari Riti potranno,
eventualmente, aver causato cambiamenti sul suo essere.
Ci
chiedo ancora una volta, a cercare di valutare le varie possibilità, cosa ci
aspetti una volta trovata e la risposta non si fa attendere infatti, se non
bastasse l'istinto, se non fosse sufficiente il richiamo che ci lega a
permetterci di raggiungerla, lo sarebbero le urla che squarciano il silenzio
della foresta: urla di dolore ma, anche, o soprattutto?, di rabbia.
Le
sue urla vibrano contro lo scudo di magia in cui ho ammantato il nostro essere,
sento che la sua disperazione cerca di forzarlo nel tentativo di distruggere
ciò che siamo prima che ci sia offerta
l'opportunità di annientare Lei. Il nostro sangue, il sangue di entrambi coloro
che eravamo, pulsa e vibra richiamato dal suo, anch'esso nostro, a
dimostrazione che il poco intervello trascorso, per Lei, non ha influito sulla
sua conformazione fisica, anche se qualcosa è cambiato nel suo modo di
ragionare: come se, con tutte le nostre evoluzioni e trasformazioni, avessimo
evoluto anche lei.
Mi
rendo conto che il mio pensiero è distratto da questo suo comportamento, dalla
ricerca di spiegazioni che adesso non posso ottenere perché dalla nostra
concentrazione dipende il destino dei nostri due mondi e della nostra vita.
Comprendo
di non essere capace, da sola, di contendere con la magia tutto ciò che siamo,
né, tanto meno, di essere capace di controllare come dovrei gli effetti delle
sua grida, così decido di chiederti aiuto: 'Aiutami, ti prego, dobbiamo
concentrarci assieme; usare assieme la nostra magia per difenderci e per
rafforzarci: i nostri pensieri e il nostro animo sono troppo immensi perché io
possa farcela da sola'.
Ed
ecco che sento il tuo pensiero uniformarsi al mio, diventare tutt'uno con il
mio nel tentativo di ergere le nostre difese.
E,
infine, non solo i nostri corpi e le nostre anime, ma persino le nostre menti
sono diventate un'unica cosa.
Non
siamo più noi: siamo l'Uno.
Un
unico volo offriva una sensazione amplificata e regalava delle emozioni ancora
più intense di quanto i nostri intrecci aerei avevano mai fatto prima, ma il
mio spirito di lupo, influenzato dalle lune, mi faceva puntare dritto
all’obiettivo senza molti pensieri, mentre sentivo i suoi interrogativi e
considerazioni nella mia mente che a tratti mi rallegravano durante il tragitto
che ci separava da quella nostra creatura.
Sentivo
la forza di quel nuovo corpo: durante il volo potevo prendere lentamente
coscienza di un potenziale illimitato, di una macchina da guerra micidiale alla
quale nessun altro essere vivente conosciuto avrebbe potuto resistere; al tempo
stesso i suoi interrogativi su quanto avremmo trovato cominciavano ad essere
anche i miei.
Proseguendo
con la stessa agilità sul terreno l’avvicinammo: le urla della Bestia
attentavano la nostra concentrazione prima dello scontro. Con estrema
naturalezza concessi l’aiuto mentale che
l’altra parte di me richiedeva affinché divenissimo completamente fusi anche
nella mente. E, d’un tratto, dall’essere pronti, fui pronto ad affrontarla…
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