A DUELLE
Il
caldo era afoso e la differenza con il clima mite del mio mondo si faceva
sentire.
Ero
nel mezzo di una strada bianca incorniciata da grandi querce: nulla di
paragonabile alla maestosità delle conifere di Primordia.
Il fitto
reticolato di rami e foglie schermava la violenza del sole e la brezza regalava
un po’ di sollievo alla pelle, ma non era il caldo a togliermi il respiro: lei
era lontana ed ogni cellula del mio corpo umano, privo di ali, risentiva della
sua distanza. Era la sua assenza a serrarmi la gola, finendo per togliermi le
forze.
Mi
era stato fatto divieto avvicinarmi a lei, non ero io a doverla cercare. Il
Libero Arbitrio, mi aveva riferito il Sommo: “Lei ha dimostrato coraggio e
sacrificio nella caccia alla Bestia, soprattutto per il bene dei due Mondi ma
deve dimostrare tutto il suo bene per te: solo così potrete vincerla.” Queste
le sue parole un istante prima che tornassi accanto al suo corpo disteso.
Prima
di allora avevo preso a riferimento le ubicazioni dei varchi che mi aveva
fornito ad ogni suo arrivo per accedere a questo mondo e cercarla. Adesso ero
stato sbalzato dalla volontà degli Anziani in un luogo che non avevo mai visto
e, a giudicare dall’altezza del sole nel cielo, non avevo certezza fosse nemmeno
lo stesso giorno in cui si trovava lei al momento dell’ultimo passaggio nel
varco.
Come
stava? Il Sommo mi aveva rassicurato su questo ma...
Ai
lati della strada si vedevano colline da un lato e monti dall’altro con poche
case sparse in lontananza e nessuno, oltre me, lungo il camminamento.
La
mia condizione era decisamente “umana”: i miei spostamenti erano lenti con il
solo ausilio delle gambe. Percorsi un paio di chilometri accusando subito la
stanchezza, ma, finalmente, incontrai un uomo che veniva di buon passo dalla
direzione opposta.
“Buon
dì” gli dissi.
Mi
rispose cortesemente: doveva essere stato nei campi, i suoi vestiti erano
imbrattati di terra ed aveva un cesto con della frutta al braccio.
“Mi
potrebbe dire dove mi trovo?”
Questo
mi guardò dapprima con un’aria interrogativa, poi, di buon umore, rispose: “A Duèlle!”
proseguendo con la stessa andatura il suo percorso.
Lo
ringraziai. ‘Bene…’ pensai: ‘almeno ora so in quale località mi trovo…’
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