A volte i sogni si tirano fuori dal cassetto, per finire sul como' del proprio vissuto...

Riporto un estratto del quotidiano Giornate Massetane, a cura di Jacopo Alcini e Andrea Carocci, che ha così descritto la serata:
"Alla presenza degli autori di turno, Antonio Zolli ha fatto da relatore alle due pubblicazioni poetiche, di cui una in dialetto locale, a cui sono seguite le letture espressive a cura degli Actor Mattis di alcuni scritti selezionati per l'occasione. ... Il primo libro presentato è "Scatti interiori di una rima" di Stefano Perni, massetano di origine, trapiantato a Roma. L'autore, che si ispira volutamente al noto poeta tuderde Romelio Moracci, ha voluto ripercorrere le proprie origini, soprattutto a partire dal linguaggio usato, appunto quello dialettale. Il dialetto, in questi termini, è uno strumento per ritrovare le proprie radici, una chiave di ricerca a volte malinconica, a volte ironica. Il poeta fa riferimento alla cultura contadina e riporta il tema dell'introspezione e del quotidiano scorrere di una realtà che conduce al pessimismo. L'opera rappresenta un viaggio con il quale l'autore spera di cambiare vita e di diventare a sua volta maestro di vita. ... La serata si è conclusa con lunghi applausi e complimenti per gli scrittori e interpreti, non senza un pizzico di ammirazioni per chi, pur in un'epoca dove il ripiegamento intimista è messo al bando dalla massificazione frenetica, riesce faticosamente a farsi spazio nell'universo poetico ed a brillare con la propria stella in un unico firmamento. La partecipazione di numerosi spettatori rinnova il famoso proverbio ("Chi ha spirito di poesia, merita grande compagnia") e conferma il successo delle scorse edizioni."
Ringrazio la Pro loco di Massa Martana per lo spazio e la fiducia concessami, ricambio a mio modo con una poesia inedita su questo paese, e che spero sia la prima di un nuovo libro di versi e immagini.
Nco Massa
Massa è n fiore rosso sòpre a
n sasso
ch’archijama n falcetto de
luna da le stelle;
n arco su l verde, tajjato jjù
da n passo
che t’arporta a n nido de
cello pe le celle…
Massa è quil che tu sae e che
dèi sapé
ne i tempi de na cerqua sua
d’innalzo;
n accavallo de cri cri che nn
poi vedé
Massa è pietra sull’altra
ch’arisòna
co la terra rigojjosa che
s’assesta;
ne l sapore de la robba sua
più bbòna
nel dijaletto e tradizione de
na festa
Massa è li profumi che c’hai n mente
ch’arsenti un cìnico per il
mònno;
è l jjesto ne l penziero tuo
ncoscente
chi sei, nnostante, ne l tuo
fonno
Nco Massa... è tamanta e dó mae penserae:
è tuqquine, tulline e pu sune
e jùne…
è do' arrjìa l’occhjjo e da nn
moricce mae
è drénto te da nn uscinne piùne…
Massa è un fiore rosso sopra un sasso, che richiama un falcetto di luna dalle stelle; un arco sul verde, tagliato giù da un passo, che ti riporta ad un nido di uccello per le uccelle. Massa è quel che tu sai e devi sapere, nel tempo di una quercia sua d'innalzo; un accavallo di cri cri che non puoi vedere, lontani come il vero lo è dal falso. Massa è pietra sull'altra che risuona, con la terra rigogliosa che s'assesta; nel sapore della roba sua più buona, nel dialetto e tradizione di una festa. Massa è i profumi che hai in mente, che risenti un pochino per il mondo; è il gesto nel pensiero tuo incoscente, chi sei, nonostante, nel tuo fondo. Ancora Massa... è tanta e dove mai penserai: è qui, lì e poi su e giù... è dove arriva l'occhio e da non morirci mai, è dentro te da non uscirne più...
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