
REGOLE E SCELTE
Ascoltavo
le sue parole con un crescente moto di stizza: come poteva dire che era una
persona come un’altra? Come poteva non capire il significato del mio gesto?
Poi,
quasi subito, tornò a pervadermi la preoccupazione del peso che le mie parole
potevano pesarle sull'anima: quella colpa che sapevo bene avrebbe provato e
che, per sua indole, non si lasciava scivolare addosso se non chiudendosi tutto
dentro.
Sapevo
di poter contare su di lei e la razionalità della sue ultime parole, mentre
prendeva la direzione della foresta, me lo confermavano. Freddezza,
determinazione, concentrazione: non si può concedere all’avversario quell’istante
di vanità o indecisione. Tutto questo le avevo insegnato e lei era una perfetta
macchina da guerra.
Regole,
addestramento… in questo era un’ottima allieva ma non avevo ancora avuto tempo
di insegnarle un’ultima lezione che, forse, più che il combattimento,
riguardava qualcosa di più ampio: ci sono regole che vanno infrante, momenti in
cui questo è necessario... Tradire le regole di un Mondo significa, a volte,
non tradire te stesso. Se l’avessi lasciata morire nessun mondo mi sarebbe
comunque appartenuto, e mi sarei spento, giorno dopo giorno, come una candela.
Se Primordia voleva che la lasciassi morire, allora quel mio mondo non mi
apparteneva più! Lo lasciavo senza nessun rimpianto…
Quando
si volta ancora verso di me capisco che attende il mio via e allora la prendo
per un braccio:
“E’
stata una mia libera scelta, solo mia, e ne conoscevo le conseguenze: lo
rifarei ancora…”
Una persona può dare il senso al tuo vivere, e la tua vita, da lì in avanti, può non aver
più motivo di essere vissuta in sua assenza: come si poteva comunicare questo
senza caricare di un peso? Non era possibile. La mia è stata una scelta e due
persone si dovevano poter scegliere reciprocamente, prive di condizionamenti e
con il libero arbitrio.
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