lunedì 25 maggio 2009

La mia lacrima (di uomo)

Siamo in un momento difficile, un tempo in cui cadono le braccia e girano lacrime da "caimano" che al solo sentirle viene veramente da piangere. Ma non è di un pianto figurato che voglio parlare... né, per una volta, voglio andare a parare in politica se non di striscio... bensì voglio occuparmi di un'affermazione che riguarda lacrime tangibili, umide... di uomo.
Un uomo vero non piange: quando mi imbatto in questo concetto penso alla mentalità patriarcale che intende l'uomo al di sopra non solo della donna, ma della natura tutta, portandolo a sforzarsi di essere artificialmente al di sopra di quello che semplicemente è: un essere umano. Questa mentalità, in parte relegata al passato, la troviamo ancora presente e ben radicata. Me la immagino sulla bocca dei "celhoduristi" (uomini piccoli come coriandoli dispensatori di luoghi comuni) o comunque nella cultura di alcune nostre terre, che faticano ad introdurre prospettive innovative e nuovi equilibri sociali: ne consegue anche il retaggio femminile che interpreta e associa al pianto del maschio la mancanza di sicurezza che questo può offrirle (ma dove sta scritto che debba sempre offrirla lui?) e in alcuni casi determina la diminuzione dell'appeal nei suoi confronti.
Mi scuserete, ma non ho mai interpretato il pianto di un uomo come sinonimo di debolezza, ma come un'espressione, a volte anche molto bella, di sé. Uno sfogo che, se condiviso, apre al regalo dell'intimità e della fiducia, che viceversa è finanche ammirevole di coraggio.
Può versare lacrime per la nascita di un figlio o per il dolore di un amore o un amico/a che va via e non sa se ritornerà. O ancora, ma qui è più socialmente accettato, per la morte... per una catastrofe naturale o dovuta all'uomo stesso... e allora può piangere, insieme, per il dolore e la mediocrità dei propri simili.
In ogni caso il pianto è una manifestazione di un sentimento vero, libero dalla maschera di un ruolo in una società che sembra assegnarcene di continuo, tanto più importante quando fiction e reality hanno travalicato gli schermi tv e ci hanno resi protagonisti (e prigionieri) di un set... e dove l'anonimato di una chat ha reso possibile lo stravolgimento del nostro vero relazionarsi con l'altro. E ancora: tanto più importante quando il pianto è maschile, andando a rottura di determinati schemi.
Ne rivendico la pratica nell'uomo in quanto espressione di vita autentica, senza l'ombra della vergogna... perché di vergognarci (tutti) c'è n'è per cose ben più serie ed eclatanti. Augurandovi un futuro di sorrisi, vi lascio La mia lacrima:

La mia lacrima

Sto per nascere… mi sento pian piano crescere,

la mia forma sta per essere compiuta…

Da un'emozione arrivo d’improvviso all’insaputa…

Un po’ rotonda o forse un po’ ovale,

arrivo, lo sento, anche se non vuole…

La gravità è nel mio futuro destinata,

abbandonare chi per amore mi ha creata…

Vedere allontanarsi il suo grande iride azzurro,

solcare una guancia, come una lama nel burro.

Sono una lacrima dal sapore un po’ salato,

che sul foglio, un giorno qualcuno, qui ha versato...

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