La felicità è quell'essere dopo essersi liberati di quel che si pensava d'essere...
Nell'antro dell'essere
(Terracina - LT)
La ragione rimase fuori, insieme alle parole mie e a quelle di ogni tempo... Il laborioso pensiero si arrestò, e la verbalizzazione, nemmeno questa, formulata adesso sulla soglia, arriva a rendere l'antro... Accedervi è vivere... e vivere è tutto quanto è possibile fare al suo interno, spogliandosi di tempo, spazio e ogni precedente acquisizione. Tutto quanto si è mai pensato di conoscere, senza averlo prima guardato, perde di significato... e questa stessa parola, guardare, si comprende di averla impropriamente utilizzata, insieme a tante altre, e come tante altre di non averla prima d'ora esercitata...
La verità ha uno stretto legame con la felicità: se vivi la prima arrivi alla seconda... e non si tratta di un momento dettato dalla futilità di quel che si crede importante. L'illusione produce l'illusione del benessere, ma è quell'attimo prima e quello successivo quello stato, in sé anche autentico, che fa la differenza... quel rumore di fondo che l'artificio produce e del quale non è possibile liberarsi se non conformandosi all'illusione, o combattendola... La resa è un cieco tossico alla disperata ricerca di briciole, della sua dose di star bene, senza arrivare mai a nessuna meta, fino a perderne la cognizione dell'esistenza, inconsapevole che quel che insegue è poi solo un effetto dell'essere...
L'antro è il proprio spazio di conoscenza, acquisito dopo la guerra delle guerre, dopo aver lottato contro il più temibile degli avversari, e insieme a lui tutto quello che ha contribuito a formarlo: il suo nome è il quasi impronunciabile e insospettabile "te stesso" che ti si para contro affermando: "io sono...". Sono questo o quello... senza poter aggiungere: "felice"... permanentemente felice. Dietro lui un mondo di strutture e sovrastrutture da abbattere, di chi lo ha voluto così, di chi, preso dalle sue tossine, ha contribuito involontariamente alle sue, nel campo sterminato di cecità e di bisogni che, a perdita d'occhio, lo sguardo può limpidamente arrivare a scorgere solo dopo essere arrivati al proprio specchio e aver ravvisato, in sé, la natura di ogni uomo... Allora vista, udito e ogni senso colgono le stonature di un inganno, anche nell'altro... e nel guardare, ascoltare, sentire per la prima volta, sembrerà affiancarsi il proprio vagito...
Nell'antro dell'essere è l'incontro con la propria vita e il proprio specchio, quell'unico specchio a cui si appartiene e che ti riflette... con cui arrivi a fonderti se sai reggere lo sguardo a te stesso e all'unica verità... All'uscita dall'antro, ad ogni apertura d'occhi, la pupilla scatterà la fotografia di un nuovo mondo...
Un giorno la ragione rimase fuori, insieme alle parole mie e a quelle di ogni tempo... e fui felice.
Uno scatto è lo sguardo interiore di un uomo che racconta un mondo fuori ed uno dentro di lui...
Appartenenza
(Castelluccio di Norcia - PG)
Squilli floreali
(Castelsantangelo sul Nera - MC)
Profilo di un pensiero
(Parco degli acquedotti - RM)
Furono, nel mare presente
(Parco degli acquedotti - RM)
Tra gli alberi
(Parco degli acquedotti - RM)
Variegato alla panna
(Sanseverino Marche - MC)
Rincorsa nazionale
(Parco degli acquedotti - RM)
Luci serali
(Palermo dintorni - PA)
Sosta all'ombra
(Parco degli acquedotti - RM)
Rosso di sera
(Parco degli acquedotti - RM)
Strati di tramonto
(Enna - EN)
L'Italia a posteriori
(Castelluccio di Norcia - PG)
Mondofiore
(Castelsantangelo sul Nera - MC)
Mille e una notte
(Parco degli acquedotti - RM)